corso parapendio 1 2003 - finchelavelavaDomenica 9 febbraio 2003, con un incontro di presentazione al Tilly’s, è partito ufficialmente il corso 1-2003, che presto avrà anche un nome.

Dal 15 febbraio hanno iniziato la loro avventura in questo nuovo mondo, qui sopra le notizie in dettaglio mese per mese.

Nella gallery ci sono le proposte fatte dai ragazzi per il logo e il nome del corso. La vera valanga di proposte, con e senza logo, è arrivata solo alla fine, a due settimane dagli esami. Dalla votazione a scrutinio segreto è risultato vincitore quello proposto da Marcello che diventa ora il nome e il simbolo ufficiale del corso 1-2003.

Giovanni, con l’andare del corso ha lanciato un nuovo slang che qui vi ripropongo a mo di dizionario:

Termine NormalerSecondo Giovanni
ParapendioParacadute (questo me lo ero scordato ma il solerte Stefano S mi ha fatto subito notare la dimenticanza)
Manica a ventotromba
Radiotelefonino
Emergenzasalvagente
Wing overgondoeta
Gancio per appendere l’imbragobilancia o altalena (che effettivamente è meglio di “trespolo” che usiamo di solito
Cascoelmo o cappello

Il primo week end è stato più di approccio che di scuola, con una breve spiegazione sul materiale e le prime prese di contatto dei ragazzi con l’attrezzatura e soprattutto con i cordini! E’ iniziato anche l’album fotografico.

Il sabato siamo andati in campetto, vento perfetto. C’erano Loris, Enrico, Luca, Giovanni, Matteo N, Maurizio, Marcello. C’era pure la neve, e piuttosto gelata per la verità. Come succede sempre alle “prime” se ne sono viste di tutti i colori: qualche “atterraggio” a pelle di leone, grossissimi “groppi” , vele aperte a rovescio e altre amenità. Non mancano comunque anche delle soddisfazioni. Alla fine, complice anche la neve, più di qualcuno era abbastanza cotto.

Domenica mattina, teoria. Una delle lezioni più noiose: normativa. Appena finito mi accorgo che c’è un po’ troppo vento. Cambio di programma: gonfiaggi rovesci in atterraggio. Stavolta ci sono: Loris, Marcello e Maurizio “sopravvissuti” da ieri, più Nicola, Matteo C, Giai, Stefano S e Fabio. Il vento a tratti è sostenuto, così li divido a coppie. Visto che è la prima esperienza di questo tipo si potranno così aiutare un po’. Facciamo due ore buone di esercizi con discreti risultati: lo scopo di fargli prendere confidenza con la vela mi pare raggiunto.

Sabato 22 febbraio, ore 13

Il vento “perfetto” di una settimana fa è solo un ricordo. Oggi c’è un po’ di tutto, come a volte capita nel nostro campetto. Memore delle esperienze passate con altri corsi rimaniamo sul versante principale e, con un intervallo di circa 15 minuti, il vento è tale da permettere i gonfiaggi. Oggi ci sono: Enrico, Fabio, Marcello, Loris e Nicola. Verso le 16 ci raggiunge anche Matteo N. C’è anche Aldo che dà una mano, a modo suo… Oggi si cominciano a vedere i primi progressi concreti. Pur con qualche ovvia differenza i ragazzi dimostrano di avere cominciato e entrare nell’ottica giusta. La raccomandazione più frequente è di non metterci troppa forza perché sembra che l’istinto dell’allievo preveda che la vela vada “gonfiata o strappata”… Qualche fortunato, che magari gonfia nel momento più azzeccato, riesce a fare qualche stacco. Qualche Sfortunato invece riesce a fare più e più tentativi a vuoto. Quasi tutti invece fanno almeno un “atterraggio” di pancia, come Nicola che però va a “rullare” in una delle poche zone senza neve, con le conseguenze che trovate nelle foto di oggi. Enrico invece ha un conto aperto con i cordini e non mi stupirei se la prossima settimana si presentasse munito di taglierino… Matteo, che è arrivato tardi, va su è giù di corsa (intendo che corre anche in salita), guardato con malcelata invidia dai suoi sfiniti compagni. Marcello, che è stato presente a tutte le lezioni, dimostra di avere già una discreta tecnica, sia pure da perfezionare. Loris, pure lui sempre presente, viene invece penalizzato dalla nuova ala che gli affibbio. Alla fine, reimpossessatosi della “sua” si toglie però qualche soddisfazione… Fabio ha degli alti e bassi: certe volte pare un pilota professionista, certe altre… no!

Finiamo che sono quasi se 18, credo sono perché il sole se n’è andato e i -2°C si fanno sentire. Domenica niente perché ho l’assemblea Fivl.

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Il secondo mese di corso è cominciato alla grande! Spiace un po’ che ora i ragazzi debbano “sopportare” una pausa forzata ma, ahiloro, le ferie (le mie) sono ferie!

Ad ogni modo direi che ci siamo lasciati in bellezza, ma andiamo con ordine, come sempre.

Sabato ritrovo alle 13.30. Ci sono: Giai, Matteo C, Nicola, Marcello, il redivivo Giovanni, Fabio e l’ancora digiuno Stefano T, che per varie ragioni, non era più venuto dopo la lezione di presentazione del corso.

Cielo un po’ velato di nubi e foschia, ma condizioni ideali in campetto, con vento dritto come un fuso e della giusta intensità. I risultati si sono visti subito e tutti, compreso il “novellino” Stefano, hanno fatto notevoli progressi. A stupire in particolare Giovanni: lo avevo lasciato che si sedeva appena intravedeva la vela arrivargli sulla testa, e oggi non ha mai sbagliato. Proprio bene. Giai e Matteo, altri due “venesssiani” se la sono cavata bene malgrado fossero, in pratica al loro primo campetto visto che il pomeriggio di gonfiaggi rovesci non si può chiamare esattamente così. Stefano, dopo un primo tentativo promettente, ha cominciato a pensarci troppo e per un po’ non è riuscito a ingranare. Quando però gli ho dato una vela più facile è subito migliorato, riprendendo fiducia. C’è tempo, siamo all’inizio… Di Nicola, Fabio, Marcello e Loris niente da dire, grazie alle condizioni perfette a fine giornata erano già pronti a volare, e così ci siamo accordato per la mattina dopo. Finito il campetto tutti al tilly’s per festeggiare Giovanni che aveva compiuto gli anni.

La mattina dopo, sveglia alle sette per controllare il tempo. “Fortunatamente” piove, perché la sera prima alla cena di apertura della stagione di volo, avevo un po’ esagerato in libagioni. Sembra addirittura che proprio non si farà niente di più di teoria.

Ci troviamo alle 10. Alla fine metto su un filmato “Almeno vedete qualcosa”. Poi prendiamo le auto e saliamo in campetto, ma per la verità avevo poche speranze. C’erano: Nicola, Marcello, Loris, Giovanni, Maurizio e un’altra new entry: Daniele.

Le condizioni sono meno peggio del previsto. C’è un po’ di foschia densa ma il vento, sia pur leggero, è abbastanza buono. Stendiamo. Dopo un primo tentativo, viste le condizioni idonee (cosa che non capita di frequente) autorizzo Nicola, Marcello e Loris a salire al campetto alto per un volo più lungo. A Maurizio e Giovanni serve qualche prova in più, ma dopo che hanno visto i compagni farsi un voletto di quasi mezzo minuto, non riesco proprio a fermarli. Neppure la prospettiva dell’ardua salita con vela in spalla e sufficiente a scoraggiarli. Con Daniele invece, rimaniamo bassi bassi, deve solo prendere un po’ di confidenza col materiale. Quando è il turno di Giovanni ci accorgiamo che la visibilità è troppo scarsa per provare in sicurezza, il vento si è pure girato, così tocca aspettare una buona mezz’ora. Nel frattempo in alto è arrivata una compagnia di snowborder che, approfittando della neve rimasta in un pendio vicino, va su e giù con la tavola e per scaldare la situazione attaccano a palla lo stereo! Giovanni a questo punto è sull’orlo di una crisi: tensione pre-decollo, nebbia, vento storto, attesa snervante, e ora ‘sti “fiòi” che attaccano la musica… “Feme partire!”, “ma non si vede niente!”, “Come no, fin là ghe vedo, e dopo ghe sarà Fabio, no?”. Queste devono essere alcune delle battute girate in decollo in quei lunghi minuti. Poi, quando sembrava che dovessi richiamarli a valle, finalmente una prima schiarita permette di partire!

Siamo così andati avanti un’altra ora buona, con Marcello che, pentitosi amaramente di averti espressamente richiesto “una vela difficile”, stava per abbandonare l’impresa quando Giovanni gli ha generosamente ceduto la propria dicendo: “Me piasarìa tornàr sù a far n’altro giro, ma el pesa massa ‘sto SALVAGENTE!” Sissignore, ha detto SALVAGENTE! Sarà stata la stanchezza o l’adrenalina per il volo appena fatto? mah…

Finito il campetto, con calma, ci siamo avviati alle macchine e ho buttato lì: “volete provare a volare stasera?” Indovinate la risposta…

Ero ancora poco fiducioso, causa ancora la foschia. Però sembrava fattibile, così li ho lasciati al decollo con ben due assistenti (Aldo e Guido) e sono sceso per controllare da sotto la visibilità. Ok, andate pure. In meno di 5 minuti Loris era pronto! Peccato che ha toppato il primo decollo e così è toccato a Marcello inaugurare i voli alti del corso. Ovviamente impeccabile il volo, ci mancherebbe, e anche l’atterraggio. Lo ha seguito Loris, anche per lui prova di velocità e qualche 360° prima dell’avvicinamento a C. Appena atterrato (col sedere…) e partito Nicola, stesso programma ma atterraggio migliore. Last but not least (credo si scriva così) GIOVANNI, che ormai sta diventando una celebrità! Prima di partire Aldo gli cambia la radio, dandogli la propria. Peccato che nessuno dei due si sia ricordato di alzare un po’ il volume. Io non mi sono accorto di niente: faceva le manovre un po’ in ritardo ma al primo volo è normale. Quando abbiamo cominciato l’avvicinamento (a 8 perché intanto il vento era girato) sono cominciati i problemi. Nell’ultimo dritto prima di entrare, quindi piuttosto basso, mentre andava verso il condominio ha urlato “non sento!”. Al quel punto avevo capito da solo che non mi sentiva, visto che seguitava ad andare dritto verso il fabbricato… Parlando più forte in radio (leggi: urlando) alla fine mi ha sentito ordinare “VIRA A SINISTRA”. Passando (quasi) tra un comignolo e un’antenna ha riguadagnato il campo ed è atterrato (col sedere ovviamente) quasi in centro! Appena toccato terra è scoppiato fragoroso l’applauso dei presenti (che avevano applaudito anche gli altri per la verità) e lui ha anche alzato le mani, da seduto, come se avesse vinto la coppa del mondo. E’ seguita la consueta razione di carne sia per la radio che per l’aver fatto precipitare in avanti la vela quando ha alzato le mani. Dalla faccia però credo che non mi abbia proprio sentito… A proposito di reazioni: Marcello e Loris normali, avevano capito quello che era successo e sapevano anche quanto era durato il volo. Nicola era in catalessi e dopo, al Tilly’s, non ha quasi aperto bocca, ancora perso con la testa per aria… Giovanni al contrario non riusciva a stare fermo, pareva un ragazzino con la bicicletta nuova! Dopo che era partito per tornare a casa, al tavolo è passata Patrizia, che abita nel condominio, che voleva sapere chi aveva tentato di atterrare sul suo balcone…

La giornata quindi, malgrado la costante incertezza meteo, è stata alla fine un autentico successo, un buon viatico per attendere le due settimane che mancano ai prossimi voli!

Domenica 23 marzo. Sigh, le vacanze sono finite… Sono arrivato ieri e sono un po’ cotto dal viaggio, ma un po’ di campetto non glielo posso negare, così la prossima settimana saranno belli pronti. Ritrovo alle 12.30. Ci sono Marcello, Giovanni, Nicola, Daniele, Giai e la new entry Marco. Una volta su ci raggiungono anche Loris e Maurizio. Condizioni ideali: 10/15 km/h di vento frontale e temperatura giusta. Si vede che sono stati fermi per un po’ ma per la voglia che hanno di andare su e giù e niente affatto per problemi “tennnici”… Giovanni continua a stupire e non sbaglia più niente. L’ultima ora la passa addirittura a gonfiare a rovescio e fa qualche progresso. Gli do anche una vela più ostica ma lui niente, continua imperterrito a non sbagliare… Marcello, Loris e Nicola, anche loro già “aquilotti”, partono dritti e rovesci, a seconda di come gli garba e se la cavano molto meglio di alcuni piloti che conosco… Maurizio, pur non avendo ancora volato, ormai in campetto se la cava pure lui egregiamente (oggi in special modo perché si è portato il pubblico…). Gli unici con un po’ di ruggine, ma in realtà è che hanno fatto meno pratica, sono Daniele e Giai. Quest’ultimo per la fine del campetto è comunque a posto, Daniele invece dovrà tornare per un’ultima rifinitura ma ha fatto grandi progressi. A riprova che le condizioni erano davvero favolose la giornata di Marco che, al suo primo campetto, comincia con un paio di gonfiaggi decenti, impara poi a controllare la vela a rovescio e, prima della fine, riesce persino a fare una partenza alla francese… Tutto in sole 3 ore e poco più. Se il buon giorno si vede dal mattino…

Finiamo verso le 17, più o meno stanchi ma decisamente soddisfatti. La prossima settimana, finalmente, un week end intero a pieno ritmo, vediamo come va…

L’ultimo week end di marzo ha visto molti “pulcini” spiccare il primo volo.

Sabato ritrovo alle 13 per il campetto. Rivedo finalmente mote facce intraviste appena in febbraio. Sono infatti ben 9 i presenti: Enrico, Stefano S e Stefano T, Matteo C, Daniele, Fabio, Marco, Roberto e Gabriel, questi ultimi due alla prima esperienza.

C’è anche Giai, accompagnato dalla famiglia perché al pomeriggio “dovrebbe” volare mentre suo papà farà un biposto.

Le condizioni in campetto sono ancora una volta buone, vento dritto anche se un po’ a tratti. Una leggera foschia ci ripara dal sole. I tentativi si susseguono per oltre 3 ore con risultati assolutamente di rilievo, al punto che a fine lezione vengono promossi ai voli anche Daniele, Matteo e Fabio. Propongo lo stesso anche a Marco ma preferisce aspettare il biposto. I due Stefani, entrambi digiuni da un pezzo, dimostrano di non avere poi così tanta ruggine addosso (o forse è merito delle vele particolarmente facili?) e se la cavano bene per essere praticamente all’inizio. Enrico, dopo tanto penare, nell’ultima ora trova il bandolo della matassa (non solo metaforica, visto i “groppi” che riusciva a imbastire) e inizia a fare bei progressi. Roberto e Gabriel, per ora, si limitano a prendere confidenza con l’attrezzatura ma entrambi dimostrano subito, grazie anche all’esempio dei compagni, di capire “come funziona”. Alla fine del campetto, tanto per vedere, fa una corsa pure Giai malgrado la minaccia “Se sbagli tocca saltare il volo!”. Tutto ben…

Al momento di scendere c’è un po’ di confusione. L’appuntamento per i voli è in atterraggio alle 5. Ma parecchi sono già su. Però manca Aldo. E Giai deve portare comunque giù sua mamma. Loris? Maurizio è salito in moto. Chi mi recupera la macchina?

Per farla breve, una volta giù dopo il biposto mi chiamano da sopra: mancano le vele di Giai e Loris… Ok, spedisco… dopo 3 minuti… “manca anche la vela di Daniele… porc…

Dopo avere cazziato per bene un po’ di gente, con particolare riferimento al povero Maurizio, finito a fare il para…fulmine invece del parapendista, finalmente si comincia!

Il primo a partire è Matteo che atterra dopo circa 8 minuti, felice come una Pasqua! Volo regolare con avvicinamento a C, si è solo dimenticato di tirarsi in piedi in atterraggio. Segue Maurizio che invece imposta l’avvicinamento a 8 perché sta girando il vento. Anche per lui volo regolare e atterraggio col sedere… Appena atterrato lui tocca a Fabio, sono un po’ preoccupato perché in campetto aveva il vizio di smanettare coi comandi. Invece è tranquillissimo, persino troppo e più di una volta mi trovo a dirgli di accentuare la virata. Tutto regolare, come sempre, ma anche per lui un “ritorno a terra” non proprio da manuale… Il vento in decollo è ancora buono, sebbene stia calando. Per fortuna non c’è nessun altro che deve partire (è periodo di intenso traffico da noi) tocca quindi a Giai. Buono il decollo, un po’ di titubanza con i comandi ma è tutto nella norma. Segue Loris che è già al secondo volo, avendo volato prima che io partissi. Tutto ok, proviamo i 360° e qualche inversione di rollio, che gli viene proprio bene. Peccato per l’atterraggio: al momento di stallare, anziché abbassare i freni si appende ai moschettoni cercando di tirarsi su o qualcosa del genere. Arriva quindi a terra in piena velocità, pianta i piedi e si tuffa in avanti, finendo lungo disteso per terra… Ferite molto gravi… all’orgoglio! Interrogato sul perché non abbia seguito il “consiglio” di frenare, ha risposto “non so, mi pareva di essere veloce!” … appunto… Daniele è l’ultimo a partire, perché ha dovuto attendere la vela in decollo Tutto regolare anche per lui, che si dimostra piuttosto preciso anche nelle virate.

Domenica mattina l’appuntamento è alle 7.30 che, considerato il cambio dell’ora, sono le 6.30 del giorno prima. Se si tiene poi conto che parecchi avevano almeno un’ora di viaggio per arrivare, è davvero notevole che ci fossero ben 5 persone presenti: Nicola, Marcello, Loris, Fabio e Giai. Al decollo sud il vento è ancora troppo scarso, così vanno a visitare il decollo ovest, giusto per vedere dov’è. Il tempo di tornare giù e la manica inizia a dare segni di vita, così si preparano. Il primo a decollare è Giai. Anche per lui sono in programma le inversioni di rollio e qualche 360°. Bene, si è un po’ sciolto e qualche wing over gli viene bene. Primo atterraggio a C per lui. Molto bene, non avere nulla da segnalare è davvero una novità… Segue Nicola, stesso identico programma, anche lui dimostra una buona confidenza con le oscillazioni… Lo guido per l’avvicinamento ma gli lascio decidere il momento dello stallo e se la cava bene. Anche Fabio e Marcello, che seguono ben distanziati, svolgono con diligenza il compito assegnato. Ancora nulla da segnalare! Strano… Loris, più “anziano” parte per ultimo, sono le 9… Appena decollato mi accorgo che non ascolta, va verso casa (Cavaso del Tomba)… lo richiamo all’ordine in modo via via più forte finché mi risponde in radio… C’è il vento e si capisce poco ma intuisco che ha un problema al freno destro. Gli dico intanto di riprendere la direzione dell’atterraggio, che è la prima cosa. Successivamente appuro che il comando di destra è “rotto” o comunque assolutamente inutilizzabile. Per ironia della sorte il terzo volo è proprio quello in cui si simula questo inconveniente e i ragazzi pilotano per un po’ con le bretelle posteriori. Bhè, stavolta ha guidato per tutto il tempo con la bretella destra e il freno sinistro… Per la serie “la fantasia degli allievi” ecco una nuova invenzione, non era mai successo prima! Loris è stato molto bravo, è rimasto calmo e ha eseguito quanto gli dicevo, atterrando addirittura quasi in centro (per la cronaca il migliore dei suoi atterraggi fino a quel momento…). Mentre era nella fase finale del volo si vedeva chiaramente il cordino del freno svolazzare libero dietro la vela. Una volta a terra mi avvicino e Loris mi fa “Toh!” e mi dà la maniglia del freno!!! La cosa strana è che il cordino non si è rotto, si è sfilato, semplicemente; tre minuti dopo la vela era di nuovo a posto. Resta da capire come sia successo, visto che quell’ala non era stata mai danneggiata o altro… Il suo commento? “Ragazzi, io faccio gli esperimenti, voi imparate!”. Altruista.

Comunque c’è poco tempo per parlare, non sono ancora le 9.30, c’è spazio per un altro volo se si affrettano e precedono le orde barbariche di piloti stranieri che già iniziano ad affluire in atterraggio. Su di corsa con uno scambio di vela: Loris prende quella di Fabio e quest’ultimo riceve “con gioia” quella di Loris…

Il primo a partire per il secondo giro (così almeno si sono alzati presto per qualcosa…) è Marcello. Per lui la prova di pilotaggio con le bretelle posteriori è più “tradizionale”, dopo un paio di virate può riprendere i comandi… Prima però gli “permetto” di farsi finalmente un primo giro turistico sui tornanti, tanto per cambiare panorama. Dopo la prova di pilotaggio di emergenza ripetiamo i wing over e i 360°. Molto bene. Stesso percorso e stesso programma anche per Nicola che segue poco dopo (anche l’intervallo tra i voli si va accorciando). L’atterraggio di Marcello è buono, ottimo invece quello di Nicola che (come spesso accade per i ragazzi più giovani) ha già intuito alcuni trucchi e fa già l’avvicinamento quasi da solo. Loris, che avrebbe dovuto seguire, si fa sorprendere dalla vela nuova che in gonfiaggio gli passa davanti e si chiude, lasciandolo per terra a meditare sul tentativo successivo… Forse è anche un po’ agitato per l’inconveniente di prima. Partono così Giai e Fabio che eseguono anche loro il programma del terzo volo senza sbavature di rilievo. Giai ha ancora qualche incertezza al momento dello stallo, nel volo prima era scivolato e in questo arriva ancora un po’ seduto ma migliora. Fabio atterra (bene) un po’ contrariato perché in decollo si è trovato la vela tutta ingarbugliata… gli confermo che gliel’ho fatto quasi apposta e chi ci vuole solo un po’ pazienza… Alla fine del “turno”, quando “lo straniero” ha già cominciato a impadronirsi del decollo parte anche Loris. Lui è al quarto volo e visto che nel terzo ha completato il programma, sia pure in condizioni “anomale”, ora tocca alle orecchie. La vela ha la predisposizione sulle bretelle e ci vuole solo un po’ di insistenza da parte mia perché gli riescano bene. Qualche virata col peso e poi lo lascio un po’ da solo a rilassarsi. Finalmente buono l’atterraggio, per la prima volta infatti atterra in piedi. Sono le 10 e un quarto. Li mando e recuperare le auto e vado ad aspettarli al Tilly’s per la teoria.

All’una, col solo Gabriel, torniamo in campetto. C’è nebbia e il vento è più storto che dritto. Combiniamo poco. Dopo un’oretta che siamo lì nella foschia mi pare di riconoscere una sagoma che passeggia sulla strada. Chiamo. E’ Stefano S che, arrivato all’appuntamento giù con un po’ di ritardo, era salito al campetto per cercarci ma non si era fatto avanti perché ci aveva scambiato per polacchi… Gli do la vela ma anche con lui combiniamo poco o nulla. Poco dopo ci raggiunge anche Loris. Avevo mandato un messaggio in cui cancellavo i voli della sera causa maltempo, ma lui non aveva nulla da fare. Gabriel è stanco e gli cede volentieri la vela. Verso le 16, piuttosto demoralizzati dal tempo uggioso e dal poco lavoro fatto, abbandoniamo il campetto.

Sotto la situazione è migliorata e c’è qualcuno che vola. Tipico: se mando a casa gli allievi il tempo si sistema, è la regola! Mi spiace per Loris, ma è da solo… Invece no, una volta in atterraggio ecco apparire Giai che stava dormendo in auto! Aveva il cellulare spento percui non ha visto il messaggio, buon per lui. Salgono così per fare un ultimo giro. Il decollo è affollato, molti sono saliti per rubare almeno una planata a questa giornata grigia. Con un po’ di pazienza partono entrambi, prima Loris e poi Giai. Loris fa un volo di ripasso. Ha una vela diversa ed ha qualche difficoltà con le orecchie, ma poi ce la fa. Bene l’avvicinamento malgrado un po’ di vento da est a dare fastidio. Ancora una volta però si dimentica di frenare in atterraggio, o meglio frena solo a metà, senza affondare i comandi e arrivando quindi un po’ veloce. Giai dovrebbe provare le orecchie ma non gli riescono. Buoni invece i wing over. Ancora una volta però atterra col sedere. Deve essere un problema del nuovo atterraggio. Essendo stato accorciato da un cantiere, ora le virate di entrata vengono fatte più basse e questo lascia poco tempo ai ragazzi per le procedure di finale, incluso il “tirarsi in piedi”. Bisognerà provvedere.

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Il mese di aprile inizia con un week end di sole… e vento! Sì perché malgrado il quasi bel tempo (domenica era coperto e freddo, ma sabato era bellissimo) il forte vento ha consentito di volare solo a piloti esperti. In campetto c’era pure mezzo metro di neve… Lascio il commento a Stefano:

Questo è quello che si è riusciti a fare in due giorni di corso: il volo col parapendiino. Il rapporto superficie alare/peso pilota non ha permesso allo stesso di vincere la forza di gravità con il conseguente sollevamento ma lo ha tenuto occupato nell’ambiente a lui più congeniale (questa settimana a teoria abbiamo parlato di aerodinamica n.d.F.) L’unica cosa che è riuscita a planare sono stati i capelli persi durante il weekend di disperazione!

Il secondo week end non comincia certo meglio. Sabato mattina piove a dirotto, il pomeriggio smette ma le nubi rimangono sotto al decollo. Niente da fare.

Domenica 13 (un numero premonitore come leggerete!) sembra invece la volta buona per ricominciare a fare qualcosa. Cielo terso, buona attività termica (in giro, si saprà poi, hanno fatto parecchi voli oltre i 100 km), vento debole. La mattina alle 7.30 sono in quattro: Maurizio, Nicola, Marcello e Loris. Nicola e Marcello devono inaugurare l’attrezzatura. Entrambi hanno la vela gialla e aprirla in decollo, nel fango, non deve essere stato piacevole. Ad ogni modo il vento, debole, è ok e poco dopo le 8 Maurizio è in volo. E’ la sua seconda volta e proviamo le inversioni di rollio. Non male anche se, ovviamente, è ancora un po’ rigido. L’avvicinamento è a 8 verso sud. E’ la prima volta dall’incidente di Orlando del dicembre 2001 e confesso che ero un po’ agitato. Hanno finalmente tolto quel maledetto cavo telefonico, tuttavia l’emozione è forte. Tutto ok, atterra bene anche se strisciando col sedere. Appena fermo ha il coraggio di dirmi “Non sono arrivato seduto!”. Peccato che il fondo dell’imbrago dica qualcos’altro…

Segue Nicola. E’ al quarto volo, dobbiamo provare le orecchie. Tutto ok così lo un po’ solo a fare qualche prova con la vela nuova per prenderci la mano. Bene le manovre “in autonomia” anche se i 360° sono ancora un po’ imprecisi, però non è che si può pretendere troppo per ora. Atterraggio buono, erano i suoi primi 8.

Dopo di lui parte Marcello, anche lui con la vela nuova. Stesso volo e stesso programma di Nicola, con la variante dell’avvicinamento a C, fatto bene anche se con qualche oscillazione di troppo in finale, sicuramente dovuta all’ancora poca confidenza con la nuova ala.

Loris oramai è un “decano”, perciò in volo lo lascio da solo e lo guido solo per l’avvicinamento a 8. E qui accade la prima cosa incredibile della giornata: atterra in piedi!!! Sta proprio bruciando le tappe… attente voi sotto il metro e sessanta (battuta scema!)

Non sono nemmeno le nove, c’è tutto il tempo per il secondo giro. La giornata tra l’altro comincia a “svegliarsi”. In decollo infatti il vento ora è bello “vispo”. Il primo a partire è Nicola. La termica del decollo sta iniziando e proviamo a fare un paio di giri. Un paio di colpi più forti e una certa, comprensibile, lentezza nell’eseguire i 360 vicino al costone suggeriscono di rimandare a più avanti. Lo lascio allora vagare tranquillo sul costone, a distanza di sicurezza, giusto per cambiare prospettiva. Stavolta fa l’avvicinamento a C e ho modo di ringraziare la telecom per il lavoro svolto, se non avessero tolto il filo ne avremmo visto delle belle. Appena giù anche lui conferma (e meno male) “sono entrato un po’ bassino…”

Alle 9.30 decolla Maurizio. Il programma prevede l’ormai mitico “pilotaggio con le posteriori”. Tutto ok, poi qualche (leggera) inversione di rollio in solitario e infine lo lascio in pace. Anche Maurizio fa l’avvicinamento a C. Per questo secondo volo gli ho scambiato la vela con Loris e, già che c’era, lui ha scambiato pure l’imbrago. Indovinate un po’? ESATTO! E’ atterrato di nuovo col sedere, così non ne ha sporcato uno solo, ma ben due!

Marcello parte poco dopo, anche per lui “volo libero”. Lui se ne va fino alla croce e lì riesce a girare qualcosina. Niente di che, è solo al quinto volo, però tra un su e un giù il suo volo dura 15 minuti contro i “soliti” 10 scarsi. Ovviamente nel frattempo parte anche Loris che, malgrado ci metta impegno nello schivare le termiche, tuttavia non riesce a precedere Marcello in atterraggio. Buoni entrambi nella parte finale del volo. Loris, che si sta allenando per l’imbrago nuovo, atterra di nuovo in piedi!

Sono le 10, c’è il tempo per recuperare le auto prima di teoria. Aula “anomala” perché il tilly’s è così pieno di ospiti anche anche la nostra solita stanza è occupata. Ci attrezziamo nella saletta fumatori che vista l’ora è ovviamente deserta.

Dopo la lezione guardiamo un breve filmato, chi vuole mangia un panino e poi su in campetto con Gabriel e Stefano S. La settimana precedente ha nevicato parecchio e io mi aspettavo anche più neve di quella che davvero c’era. Ma il caldo ha trasformato il 30 cm in pura poltiglia. 10 minuti dopo il nostro arrivo eravamo tutti e tre coi piedi a mollo malgrado le scarpe pesanti. Fortuna che nessuno e caduto perché rischiava di annegare… Il vento comunque è abbastanza buono e alla fine di due soffertissime ore (da che mi ricordo non ho mai visto il campetto così pieno di neve da cima a fondo in questo periodo) vengono entrambi meritatamente promossi ai voli alti della sera.

Scendiamo e un’amara sorpresa ci attende giù: è strapieno di gente! In decollo macchine parcheggiate ovunque e in atterraggio si fa fatica a passare. In queste condizioni potrebbero volare forse alle 7, quando gli altri se ne vanno a mangiare.

Decido così di trasferire la lezione in una nuova località, finora utilizzata da pochi piloti, e che, proprio a causa del traffico, ho deciso di adottare anche per la scuola.

Si va quindi tutti a Valle S. Floriano, dalla parte opposta della Valbrenta.

Poco prima delle 18 siamo lì, facciamo le auto e via in decollo ai Bielli. Il prato è grande, erboso. Un vero paradiso per i ragazzi abituati allo “sgarrupato” decollo sud. Purtroppo però la zona nuova e apparentemente facile gli fa un po’ abbassare la guardia. Il vento infatti non è perfettamente dritto. “ma tanto, basta correggere un po’ e correre!”. Il primo decollo, quello di Giai, sembra confermare questa tesi. Anche lui ha la vela nuova. Volo tranquillo. Riproviamo le orecchie non riuscite la volta prima, tutto bene. Avvicinamento a C. Ok. Atterraggio bene. Dopo di lui dovrebbe partire Gabriel per il primo volo ma il vento, unito all’emozione e tutto… sbaglia. Prova Marco: buona!!!! “Ok, il vento tiene” penso. Sono ormai le 18.45 passate. Questo volo ha un lungo tratto rettilineo prima che arrivino sull’atterraggio. Mentre Stefano si avvicina autorizzo Maurizio a partire, tanto lui è più autonomo in volo. Il decollo, da sotto, è proprio in cresta. Vedo la vela che si gonfia… gira a destra… corre in diagonale… parte (forse)… si ferma …stesa su un albero!!!! Quando gli ho dato il materiale mi ero raccomandato “occhio all’imbrago che è immacolato!” Effettivamente l’imbrago non ha subito conseguenze… Mentre due o tre volenterosi iniziano l’opera di recupero, gli altri iniziano il festival dei tentativi mancati. Prova Stefano: sbaglia. Prova Matteo: sbaglia (avevo detto di far partire prima chi non aveva volato la mattina). Prova ancora Stefano: sbaglia. Gabriel: sbaglia e avanti così…

Nel frattempo Marco è arrivato sull’atterraggio. Iniziamo le manovre previste al primo volo. Tutto ok. Poi impostiamo gli 8. Il ragasso risponde bene. Solo una piccola indecisione al momento della virata in finale ma per il resto ok.

La situazione in decollo non sembra tale da dover interrompere, solo bisogna avere la pazienza di aspettare che il vento sia dritto. Solo alle 19.20, dopo lunga attesa, parte finalmente Gabriel. Anche per lui programma da primo volo, con prove di velocità e qualche virata. Un po’ di confusione all’inizio su “come si tira un comando” ma in breve è tutto chiarito. Subito dopo l’atterraggio, buono (“una botta di vita” il commento a caldo), parte anche Stefano. Il vento si è azzerato e così almeno non dà fastidio. Mentre lui si avvicina all’atterraggio i ragazzi finiscono di “disalberare” la vela di Maurizio, ci hanno messo circa mezz’ora, non male (considerarla una lezione extra del corso è però eccessivo). Con Stefano la manovre vengono bene, anche se c’è un po’ di titubanza all’inizio. Toccherebbe ora agli altri, primo Matteo che la mattina non c’era. Corsa buona, leggermente a destra ma non così tanto come Maurizio. Stacco… UN’ALTRA PIANTA! Nuovo record: non erano mai capitate due frasche in una sola sessione! Davvero una bella inaugurazione del decollo nuovo: due piante c’erano (più o meno in traiettoria) e due piante hanno centrato. Matteo per la verità è stato un po’ sfortunato. Ha preso la pianta con un’estremità della vela, che quindi ha virato e si è “involtinata” per bene all’albero. Mezzo metro più a sinistra e andava via tranquillo. Forse ha provato a rubare la scena all’indiscusso protagonista della giornata: MAURIZIO!! Speriamo che non ci riprovi settimana prossima…

Tra tira giù anche la seconda vela e torna indietro, i ragazzi sono arrivati giù alle 8 passate da un pezzo ma, per coronare questo sfigatissimo pomeriggio, Loris, Marcello e Nicola, dopo aver aspettato tutto il giorno per NON volare, hanno pure sbagliato strada tornando indietro e sono finiti a Bassano. Morale: da lì ce ne siamo andati che erano quasi le nove di sera! Non perdetevi le foto…

Il commento di Stefano S.

Tutto cominciò nel momento della scelta del decollo e dell’atterraggio dettato dalla necessità di trovare aria libera da colleghi. Abituati noi a sognarci di notte la pista ormai famigliare di Semonzo, volando con la fantasia girando pure la testa simulando lo spostamentio del corpo nelle virate, ci siamo trovati in un luogo quasi marziano sentendoci come traditi nel nostro “nostro” (io): la zona sopra Marostica. Arrivati alla meta decisa dai boss della scuola abbiamo cominciato ad immaginare la posizione dei vari ostacoli che ci potevamo trovare davanti nella non lontana ipotesi di finirci dentro con tutto. Ma prima di tutto, una controllata all’attrezzatura e all’eliminazione di tutte quelle cose che potevano interferire nel volo: telefonini spenti (nel qualcaso interferissero con la radio di Fabio), occhiali da inserire nel loro contenitore vista l’ora oramai tarda, ultima sigaretta e ultima pipì. Ma ecco che parte il primo, il secondo…tutto bene perché a partire sono stati i “vecchi” del primo corso 2003 e cioè quelli che hanno sulle spalle già ben 6 o 7 voli e quindi i più svelti a disporre vela e a partire con il solo schiocco di dita del nostro boss al decollo. Dopo di loro cominciavano a partire già quelli con meno voli e giù fino ai pivelli (polli, ci chiamano) di primo volo come il sottoscritto (Stefano S. n.d.S.). Faccio per partire che, appena sollevata perfettamente la vela sopra il mio capino, un tifone da Ovest ha spazzato via tutto comprese le mie sicurezze. Tocca al mio amico in dirittura di battezzo del primo volo (Gabriel, quello che piscia),

il vento si calma per un po’, poi incomincia di nuovo la sfuriata maledetta da Ovest che fa cambiare la direzione anche alla sua vela. Di nuovo da capo. Parte Mau. Tutto Va bene. Parte ma la sua vela, perfettamente aperta, prende la direzione di uno dei rarissimi alberi a disposizione per i parapendisti. Un vero top a mezzo metro dal tronco di un albero spoglio fa finire il volo appolaiando la sua vela (la vela della scuola) sui rami in attesa di riempirsi di foglie. Parte Gabriel e va. Parte Stefano e resta. Riprova a partire e resta di nuovo. Il sudore acido sulla mia fronte mi fa percepire perfettamente la direzione del vento come quando ci si inumidisce il dito. Approfitto. Uno strappo alla vela e poi il silenzio. Anche Stefano ce l’ha fatta. Fino ad ora Stefano ha pestato merda (quella che fa da concime al campo da cui siamo partiti). Ora si libra libero e liberato. E quasi buio. In decollo ne resta uno. Non saprò mai se è ancora là. In volo Fabio mi da delle indicazioni: vira a destra…un 90 a sinistra…aspetta…cosa vuol dire 90..ah si…i gradi di virata…un treesessanta che vuol dire girare fino a che ci si trova nella direzione di prima di iniziare a girare. Poi il panico: sento Fabio che parla con il suo collega sopra al decollo e non più con me. Mi lascia solo. Si ricorderà di me? Mi vedo sempre più basso. Davanti a me delle case e una collina che si fa sempre più grande. Sempre più grande. Poi la liberazione: “Stefano adesso gira a destra verso il campo arato”. Io ne vedo 1000 di campi arati. E poi: “E stringi quelle gambe! Mi sembri in travaglio!”. Non faccio a tempo di controllare la mia posizione ridicola che mi trovo a pochi metri da terra. “E adesso GIU’ i comandi!. Mi fermo. Sono nel prato. E’ quasi buio e io non connetto. Ho terminato il mio primo volo. Vado in macchina e arrivo a casa mia a Venezia alle 22,30 senza essermi accorto di aver guidato. Stefano

La settimana successiva è Pasqua. Facendo uno strappo alla consuetudine che sospende i voli durante “il meeting”, do appuntamento ai ragazzi per sabato mattina alle 7.30. Le previsioni non sono buone però la mattina c’è il sole. Purtroppo sbaglio decollo e nel tempo che impiegano a passare dal sud alle antenne arriva un discreto vento da est. Sembra comunque fattibile ma Fabio, decollato per primo, arriva corto e sperimenta il suo primo fuori campo. Malgrado sia comprensibilmente un po’ agitato in finale, atterra bene. In quella che sembra una pausa parte poi anche Giovanni (che si era svegliato alle 5 per arrivare in orario da Murano!). Purtroppo il vento non è affatto in calo e anche lui arriva corto. Dopo qualche minuto di esitazione rinuncio e, a malincuore, faccio scendere gli altri in auto. Saranno gli unici due voli del week end perché lunedì mattina salta causa pioggia. Questo il “come l’ho vista io” di Stefano (prendetelo con beneficio di inventario…)

Il weekend di Pasqua ci ha regalato emozioni degne di un masochista in vena. Sabato mattina prima delle 7,30 ritrovo all’atterraggio e subito in marcia per il decollo…umh…a quell’ora di vento non ce né molto ma i pezzetti di plastica ci sorridono da ovest. Si decide di non perdere tempo e di scegliere il decollo delle antenne. Arrivati, la radio di Fabio ci consigliava di optare per una rincorsa del volo veloce: chi prima si imbraga, prima parte e prima ha la possibilità di ereditare un vento abbastanza calmo. Dopo l’Ok già il primo era con le A in mano. Il nastrino rosso di segnalazione stava per ammainarsi per un attimo che in quattro salti Fabio era già in aria. Dall’alto tutti lo studiavano. Il vento era contro che ha dovuto atterrare in un campo lì intorno prima dell’atterraggio ufficiale. Ci siamo guardati in faccia titubanti. Giovanni, alzatosi dal letto da Murano (Italia) alle 5 del mattino, nonostante fosse il suo secondo lancio, parlava con Aldo: “parto, parto, parto…” noncurante del possibile suo atterraggio fuori centro. Aldo lo scrutava intensamente per cercare di leggergli negli occhi una seppur flebile indecisione: il tempo di dirgli “Ferma tutto” che una raffica lo sollevava a svariati metri sopra noi. Il zig zag lo ha seguito fino a quando ha cominciato a planare in una inesorabile discesa a forte velocità relativa all’aria ma a poca velocità di avanzamento rispetto al suolo. La prospettiva a quella distanza ci falsava la sua probabile zona di atterraggio: chi lo vedeva atterrare su i filari di una vigna, chi sopra il tetto di una casa in costruzione, chi nel campo dove il proprietario ha il porto d’armi, chi in groppa ai cavalli. Invece è atterrato in un normale campo. Le raffiche sono iniziate ad essere sempre meno rare. Chi vuole, dice Fabio, parte il più pesante con la vela più piccola. E così se la son giocati a pari e dispari due compagni di corso. “Cossa fon?” dice il vincitore. “Andon!” dice Aldo.

La vela sembrava animata dal demonio. Più si andava avanti coi preparativi, più la vela si inalberava peggio di un cavallo in calore. A questo punto è intervenuta l’autorità di Fabio a far desistere i decolli. Come si può vedere nella foto, solo tre persone robuste sono state in grado di calmare l’animale piegandolo sotto il comune volere. Una volta saliti in Toyota, lo zaino si agitava ancora. Siamo stati d’accordo che se per lunedì fosse stato bello avremo ritentato i voli. Questo non è successo, infatti ha piovuto. Io (Stefano) sono andato comunque quella mattina per vedere la situazione alle “casette” ma ho trovato questo cartello.

Giovedì 24 sono iniziati i voli infrasettimanali, ed è stato un successo! Sarà stato che poi io partivo per la gita a Norma e loro non avrebbero più volato fino a maggio, ma c’erano praticamente tutti! Nel pomeriggio abbiamo fatto campetto con Enrico, Stefano T e Roberto. C’è anche Gabriel per un ripasso. Vengono tutti promossi ai voli, tranne Roberto che ha bisogno di un ultimo “ritocco”. Alle 18, puntuali, ci presentiamo in atterraggio. Fatte le auto, su di corsa al decollo sud. C’è anche Nicholas, un amico inglese che è tornato a trovarci e farà un volo in compagnia.

Dopo un po’ di attesa causa traffico, il primo a partire è Enrico al suo primo volo. Tutto regolare, con qualche ovvia incertezza. In atterraggio c’è un po’ di est quando atterra, così facciamo gli otto sulle vigne. C’è un biposto che rompe un po’ ma va tutto bene. Ok l’atterraggio. Segue Marcello (alternando i primi voli con gli altri si possono accelerare le partenze). Lo lascio completamente da solo, slavo qualche indicazione di massima per l’atterraggio a C verso nord. Atterraggio un po’ di sedere, sarà l’imbrago nuovo. Intanto esce Stefano T, anche lui al primo volo. Lo vedo un po’ incerto: le manovre da fare riescono, ma con una certa lentezza. Una volta giù, ecco il motivo: non ha messo l’auricolare, la radio dopo il decollo si è spostata e, alla fine della fiera, non riusciva a sentire bene. Avvicinamento a otto verso nord e atterraggio un po’ col sedere, ma il resto ok. Mentre Maurizio e Fabio, rimasti momentaneamente “appiedati”, si fanno dare le vele di Enrico e Stefano per salire a volare, tocca quindi a Gabriel che prova le sue prime inversioni di rollio e ancora qualche 360°. E’ poi la volta di Giai che invece lascio libero di vagare sul costone e di fare le manovre che preferisce. Gli atterraggi proseguono senza intoppi e intanto decolla anche Stefano S. che prova la vela nuova. Anche per lui qualche inversione di rollio. Gli vengono meno bene che a Gabriel, però non c’è male. Partono poi Nicola e Giovanni in rapida successione ma atterreranno in ordine inverso. Mentre Nicola cerca infatti di stare su (con poco successo viste le scarse condizioni), Giovanni esce dritto e prova anche lui le inversioni di rollio. Tutto ok. Atterra a otto, mentre Nicola opta per un C per non disturbare.

Dopo 10 minuti di pausa dovuti al vento non ottimale, decolla anche Loris che va a perlustrare il costone prima di atterrare a otto quasi da solo. I tempi di partenza si allungano perché le condizioni meteo stanno cambiando. In successione, appena il vento lo consente, decollano comunque anche gli ultimi tre: Marco, Maurizio e Fabio. Il primo prova le inversioni di rollio, il secondo e il terzo le orecchie (Maurizio con un po’ di incertezza). Buoni gli atterraggi. Sono circa le 19.30 quando atterra l’ultimo. Finalmente una lezione proficua.

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Dopo la pausa per la gita a Norma, il corso riprende, e riprende bene grazie alla clemenza del tempo, sia pure con qualche alto e basso

1° maggio, è giovedì ma si comincia già dal mattino alle 7.30. Decollo sud. Parte per primo Maurizio che esegue un programma libero mentre Giovanni, che segue, prova le sue prime orecchie. Gli dico di tirare il cordino esterno “verde” ma mi accorgo che la vela si deforma in maniera anomala. Lo interrompo, gli ripeto quale cordino tirare ma ancora una volta c’è qualcosa che non va così lo interrompo. Una volta giù scopro che per lui verde=blu! Per gli altri tutto ok ma in atterraggio si sta alzando un discreto vento da est. Li faccio stare vicini al campo e non ci sono problemi. Anche Stefano S fa le orecchie e atterra come gli altri a otto. Tocca quindi a Marco che però si fa scarrocciare un po’ troppo a ovest e non ce la fa a rientrare. Deve perciò atterrare due prati più in là, andando ad aggiungersi alla lista dei “fuoricampisti”. Peggio va a Enrico che, ingannato dalla quota non bassissima pensa di farcela ad arrivare ma rimane impigliato nella vigna che costeggia l’atterraggio. Gravi danni all’orgoglio ma niente di più. Giai sta più vicino ma proprio quando sta atterrando il vento cala un attimo, lui va lungo, fa una esse ma, vento bastardo, al momento dello stallo finale una raffica lo riporta su di 5/6 metri. Ora è alto, con i freni tiratissimi. Non mi resta che farglieli rilasciare un po’, pur sapendo come andrà a finire: pendolata in avanti e atterraggio con tonfo malgrado la successiva frenata. Questo episodio e soprattutto la nebbia scesa sul decollo costringono a una lunga pausa. Solo poco prima delle 11 Nicola riesce in qualche modo a partire ma si ritrova per qualche secondo in nube così gli ultimi sono costretti a scendere in auto. “Fortuna” che proprio Loris e Marcello erano saliti con le auto…

Una volta giù l’incertezza sui voli pomeridiani è grande, la regola “se rimanete è brutto ma se ve ne andate schiarisce” è sempre valida, così consiglio di impiegare la giornata in maniera più proficua.

Visto che alle 17 effettivamente il sole splende per scrupolo passo in atterraggio e trovo Loris e Marcello che, stoici, hanno deciso di attendere. Chiama anche Marco che abita a Bassano e sta arrivando. Salgono in decollo e alle 17.40 partono, vicini, Loris e Marcello, seguiti quasi subito anche da Marco. Finalmente Loris ha ricevuto la vela nuova, ma è un po’ in soggezione e fa virate larghissime. Per Marcello niente da segnalare, Marco prova le orecchie. Quando atterrano c’è tempo per un secondo giro. Il primo a partire è Marco che va a fare il primo sopralluogo sui tornanti. Loris sbaglia il gonfiaggio e così tocca a Marcello andare a cercare qualche termica, con poca fortuna. Parte anche Loris e io li osservo in atterraggio cercando di starmene zitto. Buoni tutti e tre.

Sabato 3 maggio, i voli sono anticipati al mattino perché nel pomeriggio c’è la seconda edizione del campetto con il Liceo Brocchi di Bassano. La giornata si presenta molto meglio di giovedì, cielo terso e zero vento. Per terra però è piuttosto umido. Si sale subito al decollo sud ma durante il viaggio cominciano a formarsi le prime barbule di condensa sotto al decollo. Il tempo che il primo, Giovanni, si prepari e il decollo è in nube. Confidando sull’innalzamento della base, che è solo 30 m sotto al decollo, li faccio aspettare. Purtroppo la situazione peggiora con il passare del tempo e alle 9.30 li faccio scendere perché la nube si è abbassata di oltre 100 m.

Domenica siamo tutti frementi, bisogna cominciare a darci dentro e stavolta sì che la giornata è ok. Stesse condizioni del sabato ma aria secca e tersa, si annuncia una gran giornata anche per chi vola “seriamente”. Per evitare guai li mando alle antenne, il decollo è più basso ma in questa situazione il vento è certamente perfetto. Il primo a partire è Fabio, che poi deve scappare al lavoro. Ma sono tutti “di fretta” perché in circa un’ora partono anche: Gabriel, Daniele, Marcello, Maurizio, Marco, Giai, Nicola e Loris. Avvicinamento a C per tutti. Daniele è al secondo volo, a un mese di distanza dal primo. Prova i wing over ma è un po’ arrugginito. Marcello atterra stranamente dondolando, Maurizio un po’ lungo e Fabio un po’ corto. Ok gli altri con la debita assistenza. Sono talmente svelti che alle 9.30 Marcello è pronto in decollo. Un cambio nella formazione: Fabio è stato sostituito da Roberto che deve fare il primo volo. Purtroppo per lui le condizioni sono un po’ forti e sia lui che Daniele dovranno alla fine scendere in auto. Marcello trova termica sui tornanti. Gabriel prende qualche colpo appena partito ma per il resto il volo è lisci e proviamo le orecchie. Un po’ a fatica ma gli riescono. Partono velocemente anche tutti gli altri. Nicola ha una piccola cravatta, prova con poca convinzione a fermarsi ma poi decolla. Poco dopo la vela è a posto. Anche lui cerca un po’ di termica e qualcosa trova pure. Poi viene a fare l’avvicinamento, l’unico a otto della compagnia ma lo imposta rovescio, mettendosi vento in coda e rischiando di atterrare sul campanile! Mentre rientra lentamente verso il campo gli riempio il frigo di carne. Nulla da segnalare per gli altri, bene (a dire la verità ho una nota “Mau. att. da spav.” ma non riesco a interpretarla…)

Al pomeriggio ci troviamo alle 17 come al solito. IL cielo è pieno di gente che deve essersi divertita parecchio visto che c’è ancora qualcuno sui 2000 m di quota. Decollo sud. Ormai hanno capito come si fa per fare più voli e nel giro di pochi minuti decollano Marco, Giovanni e Stefano S. Segue poi una pausa per via di traffico in decollo. Giovanni ha la vela nuova, riproviamo le orecchie. Stavolta gli riescono subito bene ma per ben due volte le riapre subito, prima di provare anche il pilotaggio. AL terzo tentativo, convinto forse di aver capito “come si fa”, ci mette un po’ troppa energia e ci manca poco che chiuda tutto quanto. Lo interrompo “gentilmente” e ci riproviamo ancora. Alla fine tutto ok. Nel frattempo partono anche Marcello (che fa l’avvicinamento a otto un po’ troppo sul campo), Gabriel (che rifa per bene le orecchie), Daniele (che ora è un po’ più sciolto), Nicola (che invece oggi mi pare distratto), Stefano T (al secondo volo, buoni i suoi wing over), Loris (che sta prendendo bene la mano con la nuova ala) e Giai.

Gli ultimi atterraggi avvengono con un po’ di traffico e ho il mio da fare a tenere i ragazzi lontani dai guai. Una volta giù chiedo se vogliono fare un altro giro e capisco che, finalmente, sono soddisfatti perché qualcuno risponde di no!!! Per la verità i primi sono saliti prima ancora che gli ultimi atterrassero…

Il primo a partire è l’ormai scatenato Giovanni: gonfiaggio, controllo, corsa e via. Volo tranquillo, di rilassamento. Provo a lasciarlo da solo per l’atterraggio ma deve ancora memorizzare bene la procedura. Marco invece atterra quasi da solo mentre Marcello continua a fare gli otto troppo vicini al campo. Gli ultimi tre decollano da ovest perché il vento inizia a girare. Bene Loris e Giai, con qualche difficoltà dovuta alla vela Daniele. Lascio tranquilli anche loro e mi accorgo con piacere che i primi due hanno ora delle buone misure dell’atterraggio perché atterrano anche loro da soli. Daniele è al quarto volo e non posso pretendere tanto. Le orecchie però gli vengono bene… Sono le 20, abbiamo finito!

Giovedì 8, il ritrovo infrasettimanale sta avendo successo (o forse è la penuria di voli nel week end “regolare”). Alle 18 sono ben sei i presenti, tra cui Roberto che è finalmente arrivato al primo volo. Poco prima delle 19 è proprio Roberto il primo a partire. Fa tutto il volo senza problemi e, cosa davvero eccezionale, mi ascolta pure!! Gli altri partono poco dopo in rapida successione, tanto ormai si arrangiano. Il primo è Marco, che si appende un po’ troppo alle bretelle facendo rischiare l’infarto a Sandro, bene l’atterraggio. Seguono poi Fabio (nulla da segnalare) ed Enrico. Quest’ultimo ha vela e imbrago nuovi e ha qualche grosso problema a sedersi: infatti non ci riesce e fa tutto il volo appeso come un salame (eppure l’avevo regolato l’imbrago…) Infine prendono il volo anche Giovanni e Loris che lascio più possibile in silenzio. Giovanni ha bisogno solo di piccole correzioni, Loris si arrangia. Sono già tutti per le 19.30, ci sarebbe tempo per un altro giro ma, inspiegabilmente, rinunciano a questa possibilità.

Sabato hanno subito modo di pentirsi di questa rinuncia perché piove e non si vola.

Domenica le previsioni danno acqua “prima o poi”. Alle 6 però è bello, quindi mattina confermata, ritrovo alle 7.30. Ci sono: Loris, Nicola, Stefano S, Roberto, Maurizio, Giovanni, Marcello ed Enrico che partono in quest’ordine per il primo volo. Planata di routine: ormai cominciano a fare tutto per bene e non ho nulla da raccontare… Ah, se non ci fossero Enrico e Roberto, sai che barba… Il primo è venuto in negozio alle 7 e abbiamo regolato di nuovo l’imbrago: in volo si ritrova di nuovo in piedi!! Il secondo doveva fare i primi wing over: ancora un po’ e faceva un looping, e il bello è che era pure abbastanza coordinato. Marcello poi fa un avvicinamento da est malgrado il vento sia nettamente da sud. Interrogato risponde: tu da sotto ci vedi male, la manica era proprio da est! sarà… però se non finiva la virata ci arava il campo…

Stavolta non faccio neppure in tempo a chiedere che stanno già salendo per il secondo volo. Subito prima che partano arriva la signora Bruna, moglie di Giovanni, che è venuta a dare un’occhiata a quello che combina il marito.

Il secondo volo è un po’ più “mosso” perché l’aria si sta scaldando. Parte subito Roberto che stavolta ascolta un po’ a tratti e per poco non va atterrare fuori campo dopo un avvicinamento a C. Maurizio lo segue, esce in pianura verso sud est e per un po’ sta su bene. Successivamente atterrerà a C con un otto perché la termica lo ha sostenuto più del solito in finale. Con Enrico, finalmente seduto, proviamo LE orecchie. La cosa è più complicata del previsto malgrado le bretelle apposite. Una volta giù (avvicinamento a 8) scopro perché: “mi potevi anche dire che di orecchie ne volevi DUE!!!!”

Marcello, Stefano, Giovanni e Nicola partono vicini ma si distanziano bene in volo e arrivano giù ben distanziati. Purtroppo ci sono anche altri piloti, stranieri, in volo. Marcello entra dietro a uno di loro, ne prende la scia e balla un po’ in finale. Stefano ok, Giovanni entra davanti a un altro, fa tutto per bene, poi subentra la “sindrome da parenti” e fa una virata in più “che non c’azzecca” finendo per atterrare come lo ha ripreso Stefano qui sotto. Tutto ben comunque. Mentre Nicola galleggia, Loris sbaglia “tatticamente” un decollo per aspettare che le condizioni migliorino. Sono le dieci quando anche lui parte ed effettivamente trova qualcosina. Settimana prossima, con il variometro, sarà dura tirarli giù… Atterra a C benissimo, appena a terra dichiara “5 METRI DAL CENTRO!”, insospettito vado a misurare: 9/10 passi… fate voi.

Durante teoria sembra che stia arrivando il temporale promesso dalle previsioni, invece nulla. Ci facciamo una pasta al tilly’s mentre cerchiamo di improvvisare un’antenna per vedere il GP delle moto. Verso le tre monto l’acceleratore a Nicola e andiamo in atterraggio per gonfiaggi. Qui troviamo Giai che, non sapendo nulla delle disastrose previsioni meteo, è venuto su con la famiglia e con Mario per fargli fare un bipo. Guardo su: il tempo sembra reggere così salgo per questo biposto. Fuori si sta su bene, ma si balla troppo per un allievo così, atterrato, dico ai ragazzi che probabilmente non se ne farà nulla, però sono ormai le 16.30 e tanto vale aspettare. Arriva Claudia con cui devo volare alle 5, è in anticipo così saliamo subito (il tempo sembra reggere…) In decollo la situazione è totalmente cambiata: leggera brezza frontale; fuori liscia liscia. Atterro e li mando su di corsa. Il temuto cumulo che ha minacciato pioggia tutto il giorno si è ora dissolto. Poco dopo le 18 parte Fabio. Provo anche con lui la tecnica del silenzio ma non funziona: fa gli otto a rovescio. Lo correggo “gentilmente”. Marcello, Loris, Giai, Nicola, Stefano S ed Enrico partono velocemente. Volo tranquillo, perfetto per fare quella “pratica” di cui hanno bisogno. Nicola dovrebbe provare lo speed ma ha un dubbio e rinuncia. Per il secondo volo Enrico rinuncia perché è cotto, meglio non esagerare. Gli altri decollano da ovest perché il vento sta cedendo e almeno lì c’è più spazio sia per correre che per fermarsi eventualmente… Tutto regolare, Fabio ha ancora qualche dubbio sugli otto ma alla fine lo risolviamo, un po’ di assistenza in atterraggio per Stefano e un’entrata un po’ lunga per Nicola le uniche cose da segnalare.

Come la vede l’altra metà del cielo:

Paragliding full immersion

Almeno per chi viene da Venezia la sveglia è alle 4,45. L’arrivo a Semonzo trova all’appuntamento puntuale come sempre la scolaresca con gli occhi rossi ma col sorriso abbozzato alle labbra. La giornata tende al bello e se tiene si volerà fino a sera. Sono le 7,30 e si parte per il decollo Sud. La notte ha piovuto e l’avvertimento di Aldo è uno dei migliori: Attenti a non scivolare nel fango. Delle strane impronte lunghe e striate fanno pensare a dei parapendisti trascinati con forza da improbabili venti ma l’arcano è svelato già dalla prima sommessa bestemmia mattutina. Si scivola. E ci si sporca pure. Uno ad uno, ma non tutti è chiaro (come Giovanni che ha addosso la tuta per non sporcarsi), cadono come pere mature. Gridi avvisano a chi cade di ricordarsi che la vela non è ancora agganciata nei moschettoni e che così non si poteva decollare. E’ un misto di “Giochi senza frontiere” (c’è assieme a noi un gruppetto di tedeschi dove un arzillo vecchietto si è fatto si e no 10 metri con una veronica stile Inzaghi) e “Mai dire Banzai”. Il marchio inconfondibile dei voli della mattina è il fango siliconico nel pantalone (vedi posteriore Loris)

e le mani che sembrano guanti marron. Le partenze si susseguono e gli atterraggi anche, aiutati dalla brezza da Sud. La vela dovrà essere ripiegata in piazzale Paradiso per evitare di sporcarla ancora di più. Si fa anche il secondo volo usando il metodo veloce. Si arriva per la seconda volta e il campo si fa sempre più affollato. Si comincia a sudare. Ripiegare la vela è una cosa da fare nel più breve tempo possibile, quasi in apnea, per correre poi all’ombra: il risultato è che al posto del suppostone (la vela) da inserire nel suo sacco ne viene fuori quasi un garofano che per farlo stare bisogna dare i pugni. Gli ultimi atterraggi avvengono verso le 11.

Nella foto sopra un anonimo scolaro del 1° corso 2003 (Giovanni n.d.F.) in un tentativo di simulare un bisogno impellente per nascondere la sua modesta riuscita nell’atterraggio. Un autentico full immersion nell’erba. Teoria per un’oretta e più e poi libera uscita. Chi va a casa propria a mangiare, chi dai parenti lì vicino, chi al Tilly’s a farsi una pastasciutta. Al ritrovo delle 17 il caldo soffocante fa rimpiangere l’idea di non essere stati nel frattempo alla piscina lì vicino. E fa meditare ancora di più chi, sotto il sole, si è prodigato in gonfiaggi. Non si parte subito ma si deve aspettare Fabio che deve fare un volo in coppia. Sono le 18 e ci si lancia sempre dal decollo Sud. Una volta atterrati chi vuole riparte un’altra volta. Questa volta “dalle casette”. Il vento è assente, il tramonto incombe e nel cielo si vedono solo quei batufoli bianchi svolazzanti che stanno negli alberi e che provocano allergie. La corsa per decollare è una corsa disperata e veloce per cercare di sostenersi e di non finire negli unici due alberi distante comunque tantissimo. Si arriva dopo una planata più lunga del solito. Vicino al campo d’atterraggio la lamiera del cappannone rilascia ancora qualche sbuffata ascendente che ti fa sentire come quando uno ti prende per la collottola e ti scuote per rimproverarti. Per oggi è finita. Chi ha fatto la “paragliding full immersion” come il sottoscritto (Stefano di www.venessia.com ) di voli ne ha fatti 6: quattro col parapendio e due scivolando nel fango del decollo Sud. E chi come me veniva da Venezia la giornata è finita alle 23,30 col rischio di fare un’altro volo lanciato dal secondo piano dalla moglie trascurata. Senza vela.

Giovedì 15 è stata una giornata memorabile! Ritrovo come al solito alle 18, la giornata, malgrado l’ora, promette bene. Io salgo per un biposto, decollo e salgo subito. Termica liscia, perfetta. Dopo una mezz’ora le orecchie mi fischiavano a tal punto (e non per via della quota…) che ho pensato bene di scendere, ma non era affatto semplice. Finalmente atterro e li autorizzo al decollo. Nel giro di 15 minuti sono tutti in volo. Enrico, Giai, Loris, Nicola e Fabio stanno su alla grande e alla fine faranno tutti almeno una mezz’ora di volo. Roberto invece, al 4° volo, esce dritto sull’atterraggio a fare manovre. Malgrado non cerchi termiche fa oltre 15 minuti di volo. Marco è arrivato in ritardo e sale mentre loro sono in volo. Una volta su, purtroppo, il vento è storto e la frasca di Mariano toglie gli ultimi dubbi: non si vola! Nel frattempo atterrano gli altri: serve chiamarli in finale perché avrebbero tutti la tendenza a entrare bassi, sarà l’ebrezza d’alta quota…

Quando arriva anche Marco, in auto, valuto la situazione e chiedo (!) se vogliono fare un altro giro alle antenne. Enrico e Roberto hanno un impegno ma gli altri ovviamente accettano. Poco dopo le 20 eccoli quindi decollare per il secondo volo dalle antenne. Primo ovviamente Marco, poi Loris quindi Fabio che però viene bloccato perché gli è caduta la radio (la sicura è un optional, si sa!). Seguono quindi Giai e Nicola. Fabio per ultimo. Le condizioni ormai sono esaurite, ma Loris trova comunque di che rallentare la discesa. Proprio Loris è protagonista, in atterraggio, dell’unico brivido di giornata: c’era un piccolo straccetto a indicare il centro del campo e il nostro eroe, vedendo che quasi quasi era giusto, ha fatto una viratona rasoterra per prenderlo, prendendo invece un sacco di carne e facendo un bel tonfo… Gli altri bene, abbastanza da soli.

Sabato il ritrovo è fissato prima: alle 16.30 addirittura! Ci sono: Fabio, Stefano S, Marco, Loris, Marcello, Roberto e Daniele che decollano in quest’ordine per il primo volo da ovest. Fabio, il primo a partire, se la cava proprio bene: aggancia una termica e arriva almeno a 1300 m di quota, proprio sopra il decollo, da dove vede Roberto sbagliare il primo tentativo e poi uscire tutti i compagni. Nessuno riuscirà a raggiungerlo e atterrerà dopo 50 minuti di volo. Anche gli altri comunque hanno modo di divertirsi. Solo Roberto e Daniele fanno le manovre, gli altri si impegnano sul costone alla ricerca di qualche ascendenza con discreti risultati e voli di circa 25 minuti. Buoni gli atterraggi, proporzionalmente alla loro preparazione e tenendo conto di un po’ di ovest che rompeva le scatole. Ovviamente si torna su, solo Fabio è appagato e ci lascia in anticipo. Decollo ancora da ovest. Il vento in atterraggio si è calmato, è rimasto un debolissimo nord: ideale per farli atterrare da soli. Roberto e Daniele fanno bene orecchie, inversioni di rollio e 360° ma hanno ancora bisogno di un po’ di aiuto per atterrare. Alle 19.30 abbiamo finito: Aldo ha un impegno e comunque abbiamo finito le auto… Domenica 18 invece avevo un impegno io e così si salta…

Giovedì 22, alle 18 c’erano: Giai, Loris, Nicola, Fabio, Roberto, Marco (con la vela nuova), Enrico e Giovanni. Primo volo senza problemi. Solo Enrico e Giovanni hanno avuto bisogno di un po’ di aiuto in atterraggio. In volo si galleggiava, ma nulla rispetto alla settimana scorsa. Su di nuovo per un secondo giro, più liscio del precedente. Stavolta ho dovuto aiutare solo Giovanni mentre Enrico si è arrangiato e anche Roberto non ha avuto bisogno di particolari dritte. Fabio ha provato l’acceleratore mentre Loris ha iniziato lo stallo troppo in alto e la vela ha “ceduto” che lui era ancora a 10 cm da terra. Dice che non lo farà più…

Sabato ritrovo alle 16.30. Distribuisco tre variometri: Loris, Giai e Marcello voleranno “strumentati”. Alle 17.15 il primo a partire è Loris. L’aria è un po’ mossa e appena fuori dal decollo l’ala accenna una piccola orecchia (me ne sono accorto solo io, al punto che sospetto di avere avuto le traveggole). Dopo qualche secondo per ambientarsi il nostro comincia a girare qualche bolla. Parte anche Giai. Gli altri aspettano. Verso le 17.40 i ragazzi sono vicini all’atterraggio, sto per invitarli a iniziare l’avvicinamento quando Loris, all’altezza del secondo tornante, ma fuori in pianura, aggancia e risale. Giai invece 4 minuti dopo è giù. Partono anche Marco e Marcello. Roberto viene fermato perché quando tocca a lui il vento ha girato da est. Loris è alto, allo sbocco della Valsugana e non sembra intenzionato a scendere. Così mando su alle antenne gli altri, atterrati in 15 minuti. Sono le 18.45 quando Roberto decolla alle antenne e Loris atterra (con un avvicinamento un po’ a caso per la verità)!!! Il vario ha memorizzato 1628 m di quota. Però… Ma non ho molto tempo per i complimenti, gli altri sono decollati tutti e si stanno avvicinando. Tutto abbastanza bene anche se Marco prende lucciole per lanterne e cerca in tutti i modi di entrare col vento in coda malgrado gli dica più volte che si sta sbagliando, alla fine mi ascolta. Ok gli altri. Sono solo le 19.30 e c’è tempo per un altro giro alle antenne. Roberto va a casa perché oggi “gli gira storta”. Deve essergli forse piaciuto il “cazziatone” a Marco sul vento in coda perché… provano tutti ad atterrare così… tranne Loris. Tutto bene comunque perché il vento è scarsissimo.

Domenica ritrovo solito alle 7.30. Giai e Giovanni vengono prelevati in stazione da Aldo e arrivano in atterraggio insieme: Aldo, Giovanni e Giai! Ci sono anche Nicola, Maurizio, Marcello, Loris, Enrico, Roberto e Marco. Decollo sud, facciamo una prova di pre-esame con tutti tranne Roberto (che è ancora “cruo”) e Maurizio che ha la vela nuova e ci deve prendere un po’ la mano. Loris entra lungo e atterra molto vicino alla recizione, Enrico invece dondola un po’ in finale, Marco continua nella sua personale interpretazione dell’avvicinamento provando stavolta un “otto sulla vigna con vento da sud”, ripreso e invitato a cambiare passa a un ancora più ardito “avvicinamento a 8 da sud con vento in coda”… Gli altri ok, incluso Giovanni che, seppure con molta calma, ha completato tutte le manovre. All’inizio del secondo giro io ho un “black out”. Aldo chiama: “partito Roberto”. “ok” rispondo. Poi il nulla, parte anche Enrico e seguo solo lui. Ogni tanto guardo “l’altra” vela chiedendomi chi è che vola a quest’ora. Solo quando stalla in atterraggio mi ricordo che è Roberto… C’è da dire che ha fatto tutto l’avvicinamento per bene, sennò magari mi sarei insospettito… Per gli altri nulla da segnalare se non un po’ di termica in atterraggio che faceva arrivare lunghi i ragazzi (e infatti Loris è andato di nuovo vicino alla rete). Solo Maurizio ha fatto una super spendolata in atterraggio che non ho capito bene…

Pomeriggio occupato con il campetto dimostrativo, al ritorno Fabio, Daniele, Marcello, Nicola, Loris e Giai, che sono saliti a dare una mano, si fermano in decollo per volare. Sono le 18 circa. Io scendo e in atterraggio trovo TUTTI gli altri! Incredibile, ci sono persino Stefano T e Gabriel, oltre a Marco, Enrico e Stefano S. Fatte le auto li mando su. I primi partiti fanno un volo liscio, io mi limito a guidare un po’ Daniele che, una volta giù mi dice “Oggi mi sono trovato molto meglio, ma lo sai che se non guardo la vela tutto il tempo mi diverto di più!” DAVVERO!!!!! chissà chi gli ha detto che doveva sempre guardare la vela… mah! Stefano è al suo terzo volo. Dopo aver tolto un po’ di ruggine facciamo i wing over e il pilotaggio con le posteriori. Avvicinamento a 8, tutto ok, pareva telecomandato per come seguiva bene. Stefano S lo lascio da solo ma quando allarga l’ultimo 8 per andare a spiare la finestra del bagno di Patrizia mi tocca chiamarlo urgentemente in atterraggio, tanto Patrizia è qui… Enrico sul lato sud del campo ha ancora bisogno di un po’ di aiuto per i riferimenti. Gabriel fa un avvicinamento molto per conto su. C’è moooolta ruggine, ma tanto ora sospende fino a settembre.

19.30, solo Marcello, Loris, Nicola, Stefano T e Giai tornano su, gli altri sono stanchi o hanno impegni a cena e ci lasciano. Decollo Casette. Tutto ok, Stefano prova anche le orecchie e imposta da solo gli otto, salvo poi essere guidato per il finale. Finisce così un altro week end molto proficuo.

Qualche problema di aggiornamento del sito ha fatto slittare la pubblicazione dell’ultimo resoconto di maggio, scusateci! Il 29 è stata davvero una data storica perché abbiamo inaugurato il volo Rubbio – San Michele a Bassano del Grappa. Ore 18, ci sono Fabio, Marco, Giovanni, Loris, Roberto e anche Silvano che torna a volare e ha portato un amico a fare un biposto. Saliamo. Purtroppo il vento è molto scarso. Il decollo poco pendente non agevola il biposto, così dopo un tentativo interrotto, io scendo in auto e faccio volare i “singoli”. Sempre per i problemi di pendenza (i ragazzi sono abituati al “dirupo” del decollo sud) Loris fallisce tre tentativi e, in un bagno di sudore, decide di abbandonare la sfida. Stessa scelta per Giovanni che vista la mala parata del compagno e la sua scarsa propensione alla corsa, scende pure lui in auto. Partono invece, e bene, Marco, Roberto e Fabio che atterrano dopo circa dieci minuti nell’atterraggio di S. Michele sul quale sta cominciando a crescere l’erba dopo i lavori di apprestamento. Buono per tutti l’avvicinamento a C, ovviamente assistito visto che siamo in un posto nuovo.

Sabato 31 niente voli perché, vista la festa del 2 giugno, inizieremo l’ultimo mese di corso con due giornate full.

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Domenica primo giugno inizia l’ultimo mese di corso. Appuntamento al solito è per le 7.30 a Borso. Stefano S e Marcello, visto che da loro pioveva, hanno pensato di rimanere a letto (per la verità Stefano è partito alle 5 per poi tornarsene a casa quando era a metà strada…). Ci sono invece: Enrico, Loris, Giovanni e Giai. Salgono al decollo sud e verso le le 8 e un quarto partono i primi. Tutto ok la prova di pre-esame. Un volta giù cambiano decollo eprovano alle antenne dove sembra migliore, invece è completamente da dietro e gli tocca ri-scendere. Se ne avvantaggia Roberto che è arrivato un po’ tardi, anche lui ingannato dalla meteo anomala. Verso le 10, finalmente, decollano. La turbolenza comincia a farsi sentire e gli effetti si vedono sugli atterraggi: Enrico entra dondolando un po’, Giai fa l’avvicinamento a C ma nella fase di sottovento sottovaluta il vento, più forte del solito, e se non lo chiamo in campo mi atterra al campo sportivo. Roberto e Giovanni vanno meglio ma entrano entrambi un po’ troppo bassi per i miei gusti. Loris ha scambiato la vela con Pierpaolo che voleva provare la sua, tutto ok.

Facciamo teoria, ma la giornata lascia poco margine di speranza per il pomeriggio. Verso le 12 lascio liberi i ragazzi “Tanto la previsione di temporali è del 80/100 %”. Alcuni decidono di rimanere a pranzo. Decidiamo di andare all’agriturismo “Ai Cucati” di S. Michele, dove è posto uno dei nuovi atterraggi, così almeno ne approfitto per mostrarglielo. Il locale sarebbe chiuso ma il buon Paolo si impietosisce e ci porta un vassoio di affettati, delle frittate giganti e ovviamente le bevande… Noi gustiamo il tutto all’ombra della pergola. I ragazzi sono contenti del posto: agriturismo, atterraggio grandissimo a due passi, spazio per piegare all’ombra. Peccato solo che non si voli…In realtà verso le 15.30, dopo che Stefano T ci ha lasciato per tornare a casa visto il tempo, la giornata sembra riaprirsi, così decidiamo di fare un tentativo. Salgono Loris, Marco e Giai. Sale anche Marcello che era venuto su in moto “tanto non si vola”, gli presto una vela da provare. Incredibilmente riescono effettivamente a volare tutti, inclusi anche Loris, Sergio, Cristina e Aldo che erano con noi.

Lunedì è festa, quindi altra giornatona piena. Peccato per il tempo che minaccia sempre temporali al pomeriggio. La mattina comunque il tempo è splendido. Io salgo con Guido a cui devo fare da zavorra in previsione dell’esame biposto. Ci sono anche: Stefano S, Loris, Roberto, Marco e Marcello. Una volta su arriva anche Stefano T che però salta il giro perché la roba è rimasta nella mia auto. Primo giro ok, senza nulla da segnalare, come pure il secondo che parte verso le 9.20. Visto che la meteo lo consente i due Stefani e Roberto, che sono un po’ indietro con i voli, riescono a fare un terzo giro, anche grazie ai compagni di corso che si sacrificano come autisti.

Pausa pranzo, ci ritroviamo verso le 16, ancora a Borso perché la meteo incerta non incoraggiava anche il trasferimento. Il tempo è così così, salgono e poi si vedrà. Tra un pilota e l’altro si infilano pure Stefano t, Fabio, Marcello, Marco e Stefano S. La meteo però non è sincera, al punto che Loris preferisce riportare giù una macchina mentre Stefano S, che per una volta aveva trovato una termichetta, è costretto a lasciarla a causa degli improperi che gli arrivano via radio… Ovviamente niente secondo giro, è un vero peccato sprecare tutte quelle ore di luce a causa di un temporale che poi è sì arrivato, alle 10 di sera però… Comunque come dico sempre ai ragazzi: meglio a terra con la voglia di essere in volo che viceversa!

Quelli della foto si chiamano “ematomi da principiante”. Come tutti sanno, dopo il primo approccio con un nuovo tipo di sport, il passo seguente è quello di cercare di emulare chi ha più esperienza di te. Lasciando perdere quello che si vede in cassetta al Tilly’s quello che umilmente si cerca è l’armonia dei più “vecchi” andando per tentativi. Per armonia intendo tutti quei movimenti che messi assieme uno all’altro fanno percepire anche ai più neofiti che “tutto va bene”. Per tentativi intendo tutto il resto. Nel mondo del parapendio la corsa per il decollo assomoglia a quei pochi passi e ben dosati di un nibbio bruno mentre spicca il volo. Il volteggiare tra le nuvole (non dentro. Fabio docet!) il planare di un avvoltoio degli agnelli. L’atterrare simile al dolce posarsi di un aquila reale nel suo nido pieno di piccoli affamati. Quello che stiamo facendo noi invece è più paragonabile ad uno zoo terrestre più che celeste a cominciare dal decollo tipo rana esculenta o tipo scimmia impaurita su carboni ardenti per finire con l’atterraggio tipo scoiattolo volante. Ma questo è solo che l’inizio. Per ora ci bastano gli ematomi da pizzicotti tra le bretelle A B C D e l’imbrago mentre si tenta maldestramente di stringere una virata spostandosi anche col corpo. E il brevetto. Stefano S, www.venessia.com

Giovedì 5 giugno sono in tanti: Fabio, Marco, Giovanni, Roberto, Loris, Nicola e SILVANO che è tornato a farsi un giro a sei mesi dall’ultimo volo (ogni volta che viene fa notizia, lo si vede molto più di frequente alle cene…). Decollo ovest ma ancora una volta il vento è praticamente assente (che sia la presenza di Silvano?). Comunque alla fine, dopo qualche tentativo a vuoto, riescono a partire tutti (Roberto un po’ col sedere). Ormai i voli non hanno più storia, stanno diventando bravini. Solo Marco ha una visione guardando la manica a vento ed entra così col vento in coda (debolissimo peraltro). Giovanni tende ancora ad essere basso in entrata e mi tocca ancora chiamarlo in campo. Il resto è ok. Per il secondo giro il vento in decollo migliora e anche gli atterraggi. Finalmente GIOVANNI ATTERRA IN TOTALE SILENZIO RADIO. C’è voluto un po’ ma stavolta ha fatto proprio tutto a puntino. La prossima volta lo faccio volare senza radio… Loris non si smentisce e anche stavolta, chissà come, trova una bolla da girare, peccato che poi atterri un po’ lungo.

Sabato 7 il ritrovo è anticipato alla mattina, visto che i pomeriggi sono quello che sono a causa della minaccia di temporali. Il cambio di orario ha purtroppo sfoltito un po’ il solito gruppo. Sono presenti: Roberto, Loris (poteva mancare?!?!), Marcello, Nicola e Giai. Manca Maurizio perché la sveglia gli ha tirato un bidone… Appena decolla Roberto, che è il primo, appare all’orizzonte uno stormo di piloti tedeschi partiti dal panettone. Un tranquilla planata si trasforma così in un gincana perché sono davvero molti, almeno 15, e tutti pressappoco alla sua stessa quota. Ovviamente lo guido un po’ per evitare gli ostacoli “più grossi”. Buono l’atterraggio. Gli altri hanno meno problemi. Solo Giai, malgrado i suoi quasi 30 voli, entra inspiegabilmente alto (non c’era traffico) è atterra nel campo dopo l’atterraggio, a fianco del cantiere edile da poco aperto. Il secondo giro va meglio (i tedeschi sono rimasti in atterraggio per una lezione di teoria). Solo Giai arriva ancora lungo, sebbene parecchio meno di prima. Lo prendo in disparte e gli spiego ancora una volta per bene come fare. Poi salgono per il 3° giro (tutto sommato questo cambiamento di orario è stato positivo). Il gruppo di tedeschi ha messo un bersaglio in atterraggio. Roberto, che è il primo ad arrivare, fa tutto bene da solo ma poi prova il centro… prendendo in pieno solo una bella lavata di capo. Gli altri cercano anche di stare su. Il più bravo è Marcello che parte prima di Nicola e atterra dopo. Giai prende giusto il centro, senza fare cazzate. Si vede che ha capito proprio bene la spiegazione.

Domenica mattina ho un sonno della madonna, la sera prima ho mangiato un po’ pesante. C’è da fare un altro biposto con Guido, così salgo con i ragazzi. Atterriamo verso le 8.15 e dietro sta già cumulando di brutto, la giornata si preannuncia tosta. I ragazzi partono senza problemi, stamane ci sono: Roberto, Maurizio, Marcello, Nicola, Enrico, Loris e Giai. Marcello prova ad atterrare a C perché era da un po’ che non lo faceva e atterra lungo con suo grande disappunto. Maurizio, fermo da un po’, necessita di un po’ di aiuto. Gli altri si arrangiano bene anche se Loris ha la tendenza a fare il circuito del C con 10 metri meno della norma. Nel secondo volo solo alcuni episodi da segnalare. Giai senza il bersaglio non ha più il riferimento e arriva corto. Maurizio ha una cravatta in gonfiaggio e interrompe il decollo. Loris si trova in volo con i tedeschi partiti dal panettone (più tardi stavolta) e deve fare le orecchie durante il sottovento del C per schivarne uno. Roberto invece la fa grossa. Si accorge, ovvio, che ci sono altri piloti alla sua quota ma quando imposta gli otto “se ne dimentica”… Risultato: si incrocia con un pilota tedesco, uno sopra e l’altro sotto a meno di 10 metri e a settanta da terra… Per carità di patria non vi riporto le mie esclamazioni… Malgrado i cumuli belli grossi è difficile stare su e solo Nicola riesce a fare una ventina di minuti di volo.

Sabato non sono potuto venire causa lavoro. Ho pensato inviarti questa foto del gruppetto in atterraggio. L’immagine è tratta dalla webcam dedicata al campo di atterraggio di Semonzo. Stefano S, www.venessia.com

Al pomeriggio (ore 13) salgo in campetto a far soffrire un po’ Matteo che ha finalmente deciso di rifarsi vivo (non vi dico il caldo che c’era!). Alla fine ottiene dei bei risultati, incoraggianti per la prossima settimana. Torno giù e ho appena il tempo di arrivare a S. Michele per l’appuntamento pomeridiano di volo.

Il tempo è ancora incerto. Però intanto salgono Stefano T e S, Nicola, Marcello, Loris e Giai. Ci sono anche Loris 1, Mariano, VITTORIO (altro redivivo) e Cristina, oltre ad Aldo. Mentre siamo lì vediamo in volo Marco da Este che si è preso bassino e arriva appena all’atterraggio basso. C’è anche Giuliano in volo, ma lui è alto… Sopra il vento è ok e in breve partono tutti in meno di 5 minuti. C’è un cumulo piuttosto grosso verso ovest, ma non ci sono problemi, è addirittura difficile stare su. VITTORIO VA COMUNQUE SOPRA IL DECOLLO! Marcello e Nicola ingaggiano un’altra gara su chi scende per primo. Ad un certo punto Nicola sembra spacciato, con soli 100 m sull’atterraggio mentre Marcello è oltre 200 m più alto. Invece di farlo venire ad atterrare, per una volta lo incito a resistere, che sicuramente c’è ancora qualche bolla. E lui la trova! Risale e mette per terra per primo un incredulo Marcello. Ok gli atterraggi, ovviamente ancora assistiti per via del posto nuovo. Una volta giù la giornata sembra finita. Mentre recuperano le auto e Aldo rimasto in decollo, ci spostiamo sotto la pergola dell’agriturismo per festeggiare i 25 anni di Giai. Cadono anche due gocce. Verso le 19 l’orizzonte è sgombro, propongo un nuovo tentativo ma aderiscono solo i due Stefani e Marcello. Nicola si offre come autista. Sopra il vento è da ovest, niente da fare. Gli propongo allora il terzo decollo, quello di riserva. Anche lì purtroppo il vento è di traverso, seppure debole. Niente da fare per gli allievi. Giuliano invece, che è salito con Loris 1 e Vittorio al seguito dei ragazzi, prova lo stesso. In un momento di calma strappa da terra la vela alla sua maniera ed è per aria. Loris lo vede e raccoglie la sfida. Per essere più leggero e partire meglio lascia in decollo sacca, stumenti e mutande di ghisa e parte anche lui. Devo dire che questo secondo decollo mi ha davvero stupito. Atterraggio con un discreto pubblico, visto che ormai è ora di cena e l’agriturismo si va riempiendo. Per chiudere degnamente la serata pizzetta e poi a casa.

Dopo tanto volare, quella del 12-15 giugno è stato un week end ridotto causa la tanto agognata (da altri) pioggia.

Giovedì devo far tagliare l’erba all’atterraggio di S. Michele, così i voli si fanno di là. E’ l’occasione per partire finalmente dal nuovo decollo di Brombe, detto anche “Giuliano-Loris” dal nome dei pionieri… Oggi il vento è perfetto. Peccato solo che i ragazzi siano pochi. Ci sono solo Giai, Giovanni e Marco. Ci sarebbe anche Loris (eravate preoccupati per l’assenza?) ma non ha letto in tempo la mail circa il cambio di destinazione e ha sbagliato atterraggio. Volo ok senza nulla da segnalare. Partono verso le 18.45 e le condizioni sono già calmissime, non c’è da stare su. Giovanni è al primo volo sul nuovo campo e lo seguo, gli altri si arrangiano. Per il secondo giro arriva anche Loris (poteva mancare?). Tornano su ma stavolta è Giovanni a non partire perché il viaggio gli ha messo un po’ di nausea, Loris aveva fretta di recuperare… Secondo giro: Giai arriva un po’ corto mentre Loris entra così alto da avere spazio per fare ben due inversioni a U a fondo campo per quota eccessiva. Marco ok.

Sabato mattina si presenta innanzitutto calda… Ci sono: Roberto, Giovanni, Giai, Nicola, Maurizio, Loris, Marcello, Fabio e Marco che partono nell’ordine tra le 8.30 e le 8.56 secondo i miei appunti. L’unica sbavatura la fa Giovanni che avanza troppo facendo gli otto e finisce per arrivare molto lungo, a ridosso della recinzione del cantiere. Ovviamente si risale subito, la giornata promette bene e infatti tutti, chi più chi meno trovano da stare su, persino Giovanni e Roberto. Questi i tempi di volo: Maurizio 20′, Roberto 18′, Giovanni 18′, Marco 1h 30′, Loris 47′, Nicola 1h 20′, Giai 40′, Marcello 1h 20′. Davvero notevole, specie considerando che verso le 11.15 li ho dovuti chiamare giù perché avevo anche altro da fare. Nicola addirittura, essendo in posizione favorevole, fa un piccolo cross attraversando la valle dei delta. Aggancia di nuovo e torna intorno ai 1400 m potendo dare una sbirciata da lontano al campetto, teatro delle prime fatiche. Come spesso accade nei corsi, per settimane non capita nulla e poi, nel giro di un volo, ne succedono di tutti i colori: Nicola che fa cross, Giovanni che trova termica, Marco e Marcello che superano l’ora di volo con quote di tutto rispetto, Maurizio che atterra bene, Loris che “buca” mentre altri stanno su, Roberto che non prende parole e Fabio… Fabio… Fabio… CHE ATTERRA SOTTO AL DECOLLO! Lui non ha il variometro, dopo circa venti minuti di volo “gli è sembrato” che all’interno tirasse di più, si è così avviato basso sul pianoro che si trova a sud ovest del decollo, circa 200 metri sotto lo stesso. Quando non ha trovato altro che discendenza e si è girato per tornare indietro si è accorto che non ci arrivava più e così è atterrato lì. Eppure mi pareva di aver ripetuto più e più volte l’avvertimento “non sorvolate il pianoro” (la frase classica , DOPO, è infatti “Avevi ragione”). Tutto ok comunque, a parte la fatica per tornare indietro, la camionata di carne e il soprannome Fabio Falco, perché è atterrato dalle parti delle voliere dei falconi.

Saliamo al campetto con Matteo. Purtroppo il vento è storto e permette pochi tentativi, peraltro ben fatti. Le caccole di pecora distribuite in decollo e il caldo torrido ci inducono perciò ben presto a lasciare perdere. Domani però se le condizioni lo permettono potrà fare il primo volo.

Domenica mattina l’appuntamento è a S.Michele perché a Borso c’è una gara di sky-roll e la strada per il decollo è chiusa. Purtroppo una volta su i ragazzi trovano che il vento è piuttosto sostenuto da dietro. Li faccio aspettare, appena inizierà un po’ di termica tornerà a posto. Del resto avevo in animo di fargli fare un giro solo. Ogni tanto chiamano per radio, sempre più demoralizzati. L’unica cosa che li tiene lì. oltre alle mie rassicurazioni “che dopo gira”, è la prospettiva della scarpinata per tornare alle auto…

Finalmente verso le 10 il vento si mette bene. Primo a partire Roberto che aggancia subito qualcosa davanti al decollo. Il posto è nuovo, lui ha solo venti voli ed è senza vario così lo faccio venire sull’ultimo colle vicino all’atterraggio, visto com’è andata ieri con Fabio, così se perde quota è subito in atterraggio. Anche fuori però si sta su bene. Parte anche Marco che però segue una traiettoria diversa per uscire, non trova niente, e 15 minuti dopo è atterrato. Fabio e Loris seguono Roberto e stanno su. In atterraggio comincia un discreto venticello, che però non è costante e crea qualche problema, Roberto comunque atterra bene. Marcello viene ingannato dalla termica a destra del decollo, come Marco segue una traiettoria più “orientale” e come lui atterra in meno di venti minuti. L’ultimo otto è un po’ a rischio: fa una virata piuttosto accentuata trovandosi col vento in coda che gli fa oltrepassare il cavo telefonico, altra viratona per tornare indietro subito, uno sbuffo di termica lo aiuta a star su, arriva dall’altro lato del campo, altra viratona a sfiorare il mais e poi finalmente atterra: un po’ troppo violento sui comandi, complice anche la vela abbastanza sensibile in queste condizioni. Nel frattempo è partito anche Nicola, mentre Maurizio ha sbagliato un decollo. Verso le 10.40 atterra Loris e anche lui si fa sorprendere da vento. Fa la virata di finale troppo tardi ed è costretto ad atterrare nel campo a fianco, sul confine tra il mais e un prato. Finalmente parte anche Maurizio che era l’ultimo. Fabio è arrivato ben due volte vicino all’atterraggio e ben due volte è tornato su scavalcando a tratti anche Nicola che è lassù in alto e si gusta il panorama dell’altopiano di Asiago verso nord. Anche Maurizio, che ha pure lui il variometro nuovo, riesce a stare su bene per un po’. Al momento di atterrare il vento è un po’ calato e questo mi trae in inganno. Lo faccio entrare un po’ alto, trova pure un po’ di termica sul campo e alla fine arriva lungo, finendo giusto nel mezzo del mais (ed è pure allergico alle graminacee). A qualcuno doveva pur toccare…

Alle 11.30, dopo 1h e 10′ di volo atterra Nicola seguito poco dopo da Fabio che ha fatto 1h e 20′ senza vario (da sottolineare che anche questa volta ho dovuto tirarli giù d’autorità, che se era per loro…).

Il ritrovo al pomeriggio è per le 16, le previsioni però danno temporali in serata, così anticipiamo di mezz’ora. Ci sono anche Stefano S e Enrico mentre rispetto al mattino manca Roberto. Purtroppo l’anticipo serve solo ad arrivare in decollo proprio mentre inizia a piovere. Per un po’ li esorto ad aspettare, come al mattino. “Se ora scarica, poi volate”. Purtroppo però alla fine dello scroscio il vento si gira e non resta che scendere. Sono le 16.30. Il tempo di arrivare a casa e, alle 17.30, guardando i monti il cielo è limpido e cristallino, non una nuvola. Ci scommetto che il vento si era pure rimesso dritto… Per la cronaca il temporale, quello vero, è arrivato all’una di notte.

E va bene. Domenica ho fatto un bel voletto. Giovedì non posso perché lavoro, né sabato, ma domenica mi sfogo. Le uniche termiche che riesco ad ottenere fino ad ora sono le borse per mantenere le bibite in fresca al lavoro, appunto. Ma neanche domenica mattina ci sono. Domenica pomeriggio si. In cielo cominciano a formarsi dei cumuli e le previsioni danno temporali in montagna. Si anticipa di mezz’oretta. Si sale assieme con tutte le buone intenzioni o almeno quelle ce le ho io perché ero l’unico che era pimpante appena arrivato da Venezia, gli altri avevano volato anche al mattino e forse anche il giorno prima che sembravano stati immersi in olio tiepido per diverse ore, stanchi e nauseati da diverse ore di cross. Dall’agriturismo Cucati tornantando fino ad un anonimo decollo fresco fresco di rapata da parte di Fabio. Più che rasato sembrava una di quelle acconciature stile Beckamp. L’allestimento del campo veniva magistralmente preparato da Loris con il posizionamento di alcune aste in fibra di carbonio e Kevlar (o rami secchi non ricordo) con appese dei filamenti in policarbonato atti a segnalare la direzione del vento (vedi foto sotto). Tutte sembravano messe apposta in posti strategici per infilzare le vele più nuove e costose.

Il dado era tratto. Parcheggiate le auto, si tirano fuori gli zaini, si appoggiano al lato della strada, si tarano i variometri, si accendono le radio e al primo della serie di zzzzziiiippppp delle lampo degli zaini contenenti le vele e gli imbraghi, le prime goccie da una gonfia e gravida nube color topo funebre. Visto che il dado era tratto si poteva a questo punto anche giocare (col dado, no?). Ma non volare. La prima defaillance ce l’ha da Loris 1/2 (di metà taglia rispetto a Loris 1, come dice lui), il decano del gruppo (75.000 voli). La seconda, tutti assieme dopo lo scroscio. Logicamente, una volta arrivati alla base, il sole splendeva cristallino. Logicamente il vento ha cambiato direzione e non ci è rimasto biecamente che ritornare all’ovile. Stefano S

Gli esami sono sempre più vicini ma questo giovedì ho poca voglia di lavorare, così li lascio a casa… Ci troviamo direttamente sabato 21, alle 8 di mattina. Ci sono Marcello, Giai, Roberto, Maurizio, Marco, Giovani, Loris e MORENO (che però arriva verso le 8.45)!!!! Sì, avete letto bene, a 363 giorni dal suo ultimo volo è tornato Moreno, della famosa coppia Moreno-Moréno del corso 1-2002. Partono per il decollo sud ma li chiamo indietro e li mando alle antenne. Si sta alzando un discreto vento da est. Una volta su purtroppo il vento è forte, la cosa è strana perché le previsioni erano di stabilità totale con venti a regime di brezza… sarà il ritorno del figliol prodigo?

Fatto sta che proprio con Moreno facciamo un po’ di gonfiaggi in atterraggio, mentre gli altri aspettano su. Purtroppo la situazione non migliora e verso le 9.30 scendono in auto. Giovanni, Giai e Marcello, sfidando il caldo che aumenta, si mettono pure loro a fare gonfiaggi. Gli altri se ne tornano mestamente a casa. Verso le 11 il vento sembra calato, così chiedo agli ultimi superstiti della spedizione se gli va di fare un altro giro in decollo a vedere com’è. Indovinate la risposta… Così 15 minuti dopo sono di nuovo alle antenne. Vento ce n’è ancora ma è fattibile. Parte Giai, che sale bene all’inizio ma poi sprofonda a metà valle durante il traverso per l’atterraggio. Marcello invece passa nello stesso posto e sale bene, al punto che atterrerà dopo una ventina di minuti. Giovanni ha una vela un po’ più lenta e preferisco farlo scendere in auto, lui ha già fatto un fuori campo per vento forte…

Domenica la situazione si è sistemata e ci sono quasi tutti: Loris, Giovanni, Enrico, Marcello, Maurizio, Giai, Stefano S, Fabio, Marco, Roberto e Moreno. Primo volo regolare. C’è già qualche termichetta e qualche discendenza. Malgrado le raccomandazioni ad arrivare staccati in atterraggio, nessuno vuole scendere per primo col risultato che si presentano in 3 in atterraggio contemporaneamente: Stefano, Loris e Marcello. Ovviamente devo intervenire (toccheranno terra tutti e tre nell’arco di 5 secondi). Ad avere “la peggio” è Marcello che atterra bene ma deposita la vela sulla vigna (subito immortalato ovviamente). Ok gli altri, incluso Moreno che non è affatto arrugginito come pensavo.

Ovviamente si torna su per il secondo giro. Le termiche sono più formate e i ragazzi riescono a girare qualcosa, solo Giovanni evita accuratamente tutte le ascendenze (forse ha pensato che il vario che gli ho dato servisse proprio a schivarle, le termiche). Per Moreno è ancora presto, però atterra completamente da solo, davvero sorprendente considerando 14 voli e un anno di pausa… Questi i tempi di volo degli altri, in ordine di decollo: Roberto 18′, Marcello 58′, Marco 56′, Loris 35′ con una puntata “agitata” nella valle dei delta, Stefano S 15′, Fabio 45′ (preso la solita razione di “carne in radio” perché non si decideva più a scendere), Enrico 15′ (atterraggio un po’ corto nell’angolo nord ovest), Giai 35′, Maurizio 31′.

Prima di recuperare le auto ci trasferiamo al Tilly’s per la temuta prima prova d’esame. C’è anche Stefano T, strano visto che lui per ora deve fare l’esame da soccorritore… I risultati sono discreti, non dico altro.

Al pomeriggio l’appuntamento è a S. Michele, ne approfittiamo con Zuffo, Loris 1, Giai, Marcello e Cristina per monitorare la situazione ristoranti e affini nei pressi del decollo. Alle 16, puntuali, siamo in atterraggio dove troviamo il solo Stefano T che si riposa sotto un albero di albicocche colmo di frutta. “Guai a chi tocca” è la mia prima frase, “buon pomeriggio” la seconda.

Dovrebbe esserci anche Fabio ma al cellulare non risponde (sapremo poi che lo ha lasciato a casa) così mando su loro tre. Fabio arriva poco dopo con la passeggera del biposto e la morosa. Ormai gli altri sono quasi pronti, aspettiamo il secondo giro. Il primo a partire è Stefano, verso le 16.30, l’aria è piuttosto frizzante e il nostro balla un pochino, anche perché ha pochi voli ed è la sua “prima volta ” in termica. Sta su poco meno di un quarto d’ora mentre Giai e Marcello lo seguono nell’ordine. Il primo esce troppo a destra, trova discendenza e arriva basso sull’atterraggio, lo invito a tenere duro e risale al punto che raggiunge e supera Marcello che era uscito decisamente più alto. Stanno su una ventina di minuti. Per il secondo volo salgo anche io per il biposto.

L’aria è più tranquilla, il volo fila via liscio. Il primo a partire è Fabio, che però interrompe il primo decollo a causa di un rametto nei cordini. Qui il nostro ne fa un’altra delle sue: si dimentica la radio della scuola in auto, che ovviamente proprio questa volta viene portata giù PRIMA dei decolli. Cristina, molto gentile, gli presta la sua ma, com’è come non è, la funzione VOX è attivata. Una volta in volo il vento è sufficiente a mandarla in trasmissione continua per 15 minuti buoni. Tra una pausa e l’altra nella trasmissione lo invito a risolvere il problema (c’è da precisare che io pensavo avesse la radio della scuola e ci fosse il tasto incastrato da qualche parte). Alla fine lui, forse più disperato di me, la spegne e si fa il suo voletto in termica tranquillo. Gli altri nel frattempo sono partiti a stavolta anche Stefano riesce a stare su un pochino in tranquillità. Fanno circa venti minuti a testa, Fabio qualcosa in più e in atterraggio lo guido a vista, come da “protocollo di emergenza”… L’unico problema della serata ce l’ha Marcello che entra un po’ alto mentre il vento sta girando, come Loris settimana scorsa, così a fondo campo inizia “l’inversione a U” ma la quota è poca e atterra in scivolata laterale nel migliore stile Mike Kung. Se l’avesse fatto apposta sarebbe stato quasi bello.

La giornata finisce lì e c’è da sottolineare una cosa importante: nel week end Marcello e Giai hanno recuperato ben tre voli di distacco da Loris, 5 voli contro 2. Riusciranno a raggiungerlo prima dell’esame? è un po’ difficile, ma staremo a vedere…

L’ultima settimana di corso è stata proprio ridotta all’osso, almeno per quanto riguarda i voli. Sabato prevedendo crisi di lucidità causa la cena della sera prima (vedi l’esauriente [o esaurita?] relazione di Stefano S.) avevo eliminato i voli, concentrando tutto nella giornata di domenica. Peccato solo che la mattina piovesse… Poi c’è stata la lezione in palestra con le prove di emergenza (grazie ancora a Stefano per il resoconto). A seguire pranzo in agritur per ritemprare le forze in attesa che la meteo decidesse cosa aveva intenzione di fare. Alle 16 la situazione sembrava ok e i ragazzi sono saliti al decollo sud SENZA RADIO, eccetto Moreno. Io mi sarei limitato a dare istruzioni a vista in caso di necessità. Era il loro ultimo volo e volevo vedere l’effetto “assistenza zero”… Non se la sono cavata male, anche considerando le condizioni non facili dell’atterraggio. Sono partiti dopo le 17 perché avevamo aspettato che le condizioni calassero un po’. L’unico ad avere qualche problema è stato Loris che, essendo geometra, non ha resistito e all’ultimo volo è andato a vedere da vicino il cantiere a sud del campo, atterrandoci dentro. Abbastanza bene gli altri: Giai, Stefano, Maurizio, Moreno, Marco e Nicola anche se con tutte le limitazioni di quota e posizione non sono proprio riusciti a fare più di 15 minuti di volo. Sabato ESAMI!

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Stavolta l’ho voluta fare PRIMA della fine ufficiale del corso. Il risultato ve lo dice Stefano S (grazie), io preciso solo che in tutto eravamo in trenta e ci siamo divertiti.

C’era una volta il 1° corso 2003… La cena di pesce per oliare chi ci ha insegnato a volare pari a dei aquilotti implumi si è svolta vicino a Teolo nei colli Euganei. Cena a base di pesce. Pesce? Si, pesce nei colli Euganei. Controcorrente e senza acceleratore. Il gruppetto di Venezia (Stefano, Giai, Giovanni e Moreno) stringeva le labbra con insufficenza. Gli sciami degli affamati erano due: uno che proveniva da Bassano e un’altro da Padova e Venezia. Quest’ultimo arrivava con un’ora di ritardo per colpa di un incidente in A4 che ha fatto deviare mezzo Veneto in riviera del Brenta. Ma non tutto il male viene per nuocere. Arrivati con le pupille dilatate e la salivazione azzerata, una volta seduti sono arrivati i camerieri che di gran corsa ci appioppavano due set di antipasti che si era gia mangiato il gruppo da Bassano. In natura le forze tendono all’equilibrio e come nel principio dei vasi comunicanti i gruppi sono arrivati subito alla pari. Inutile descrivere il fantozziano appetito. I “campagnoli” domandavano ai buongustai della laguna se si poteva dire che quello che si mangiava era buono che come risposta era un torvo e unto sguardo da cane randagio dopo una settimana di digiuno forzato. Per il resto era tutto uno schioccare di schiene di mezzancolle e scampi, un frantumare di dura corazza di granchio, di spezzare con le nude mani le indistruttibili chele di astice. Come in una delle più oscure usanze medievali.

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ESAMI (nota del 2012: sono state tolte alcune foto dal testo, se qualcosa non torna guardate la gallery :))

5 luglio 2003. Il primo corso 2003, Finchelavelavà, sostiene gli esami.

Tutti promossi (wow!). Complimenti e in bocca al lupo per un grande e sicuro avvenire volatorio. Grazie a Stefano S. potete finalmente leggere un resoconto d’esame visto “dall’altra parte”.

Comunque continuate a tenere d’occhio l’1-2003, farà ancora parlare di sé!

Di seguito c’è anche un intervento che Loris mi ha chiesto di pubblicare.

Sabato 5 luglio 2003. Giorno di esami. Molti arrivano in orario, altri in anticipo. Chi non riesce ad arrivare in ritardo è Fabio boss (il ritardo è sintomo dell’uomo affacendato o della primadonna, fate voi). Chi è in ritardo sono i croissant del Tilly’s ma poi arrivano anche loro e li gli abbiamo dato dentro. Più peso, più penetrazione d’aria, più successo anche se il vento fa i capricci. Ma il tempo è splendido, la zona anche e il vento è da Sud. Neanche un qualcosa di cui lamentarci per nascondere i nostri eventuali sbagli. Il decollo Sud ci accoglie offrendoci il consueto tappeto di moquette sotto i piedi, quasi una corsia da Cenerentola per il nostro ultimo volo da allievi. Parte il primo annunciato dal nostro maggiordomo di fiducia Aldo: nome, cognome, tipo di vela. Il momento è catartico. La prova è una semplice inversione di rollio e orecchie. Uno alla volta ci involiamo distanziati da 4 lunghi minuti. Se il ricetrasmettitore tace tutto dovrebbe andare bene. Ci si sente osservati (e non potrebbe esserlo). E quando ci si sente osservati, presi dall’emozione, o si sbaglia o si fanno delle cose mai riuscite prima. Tutti fanno il proprio dovere davanti all’esaminator. Un unico appunto è stato fatto al sottoscritto (Stefano. n.d.S.) che, arrivato troppo lungo all’atterraggio ha rischiato di finire dentro il cantiere facendo delle “esse” accentuate. Non mi sembra di aver fatto mai un atterraggio più “sbagliato” di questo.
C’è chi nel corso si è distinto per l’accuratezza del ripiegamento del materiale. Chi comprerà una vela usata da lui avrà la sicurezza che la troverà come nuova.

E dopo la prova pratica, quella teorica. Per vedere se abbiamo studiato o meno ci hanno preparato il mattatoio con 30 quiz da rispondere. A chi ci domandava com’era andata fino ad adesso ci batteva una pacca sulla spalla per dirci che se l’esaminator taceva era bel segno.

Dopo mezz’ora, trequarti d’ora, tutto era finito. Ma il risultato non poteva essere dei migliori: tutti promossi con tanto di complimenti sinceri da parte dell’esaminator. Complimenti a noi e all’organizzazione della scuola di Fabio They (loro).

Foto di tutti noi, i Fabi, i tedeschi e Patrizia. Dopo la foto da tramandare ai posteri, la bicchierata offerta dal nostro Giovanni. Sarà perché era il più vecchio di tutti noi, sarà perché veniva dalla laguna di Venezia (Murano), sarà perché ha preso il massimo del punteggio: volo “buono” e 100 in teoria. E dopo la bicchierata tutti all’agriturismo per la tagliatella al porcino. Era anche il nostro distacco al cordone ombelicale con Fabio. Ci sentivamo nudi e vulnerabili senza la sua supervisione. Vederlo scendere in Espace lasciandoci col solito “vardé a no farve mae, desso!” ci ha messo a tutti un po’ di magone. Ma già a vedere un uccello nero che si librava in cielo approfittando di una termica tenendo le ali ferme e girando in tondo ci ha fatto venire voglia di fare un corso di deltaplano…scherzo. Pregustavamo il volo d’obbligo del dopopranzo tenendoci in mente di seguire per l’ennesima volta il consiglio del boss: volate fra un’ora, un’ora e mezzo che è meglio. Ed è quello che abbiamo fatto. Quasi tutti siamo arrivati al decollo Sud, tutti assieme ma stranamente soli. Ci mancavano Fabio e Aldo. Qualcuno pensava di chiamarlo. Ma il vento ha girato verso Ovest che con un colpo di mano abbiamo deciso di partire dalle “Casette”. Abbiamo fatto bene perché il volo è riuscito benissimo. Dopo un po’ ci siamo rivisti tutti all’atterraggio e promesso di rivederci il più possibile assieme. Anche per il sottoscritto (Stefano. n.d.S.) è arrivato il momento dell’addio. Non perché a Semonzo non ci sarò più ma perché non Vi assillerò più con i miei umili resoconti. Quando Vi ho salutati sono partito in auto e ho raggiunto la famiglia a Punta Sabbioni con una piccola deviazione che mi ha permesso di salutare di nuovo il monte Grappa con lo sfondo della laguna e il tramonto. Erano le 20,40 e fin che la vela va… Stefano

Cavaso del Tomba, 7 luglio 2003

Eccomi qua. Il mio nome è baldo, Baldo Loris o Loris 2 Loris ½, come preferite, io preferirei baldo con la b minuscola. Finora ho resistito alla tentazione di scrivere, ma arrivato a questo punto, esami fatti e con la ricevuta del versamento per il rilascio dell’attestato AeCI in mano, mi corre l’obbligo morale, una impellente necessità quasi fisiologica, di riportare su scritto due righe a ricordo perenne di questa mirabile esperienza.

Inizio subito con i ringraziamenti di rito forse, ma sentiti. Un grazie va a Guido. Sicuramente merito al suo entusiasmo, moderato ma solido, mi sono avviato in questa impresa. Un grazie va al mio Istruttore con la I maiuscola Fabio. La sua professionalità, disponibilità e dedizione all’insegnamento (gli dispiaceva quando non potevamo volare) hanno permesso al sottoscritto di iniziare l’attività di Volo Libero con una gradualità e con capacità acquisite via via proporzionate alle operazioni che mi accingevo a fare (e quanta emozione il primo volo!!). I suoi consigli sono e saranno tenuti in grande conto. Malgrado le battute, vero Fabio?. Un grazie ad Aldo. Una garanzia in decollo. Con il suo savoir faire, infonde la necessaria calma all’allievo. Classe pura. Vigile ed attento, ha evitato ed eviterà in decollo le grandi cazzate che gli allievi hanno tentato e tenteranno di fare. Per le cazzate in volo ci ha pensato e ci penserà Fabio-che-vede-tutto. Un grazie ad Alessandro che per un periodo ha sostituito Aldo. Le nostre chiacchierate immersi nella nebbia, al decollo Sud, o sferzati dal vento dell’Est alle Antenne sono state utili per appropriarsi un pochettino dell’esperienza di chi ha più esperienza. Ma poi qualche volo sono riuscito a farlo anche con lui supervisore. Un grazie a Loris, Loris 1. Conosciuto oramai quasi alla fine del corso e quindi già svezzatelli ma sempre bisognosi di essere tenuti d’occhio. Perché non si sa mai. Un grazie ai piloti con cui ho già avuto modo di fare conoscenza. Paolo (Frasson) che non lesina consigli e volentieri ti aiuta in decollo. Tiziano che mi aspetta sulla via di Feltre. Ci vedremo su quella strada, garantito. Tieni d’occhio le vele che ti seguiranno!!. Non subito però. E’ meglio (E’ meglio l’ho aggiunto io perché sennò l’avrebbe aggiunto Fabio).

Bene. Ora non mi resta che salutare tutti gli altri piloti con i quali ho già avuto modo di volare e quelli che ho incontrato in atterraggio e prima o poi incontrerò in volo. Mi ha sorpreso la disponibilità di molti di aiutare i pivelli. Proprio un bell’ambiente.

In ultimo un ringraziamento ai miei compagni di corso per aver sopportato la mia ingordigia in fatto di voli, anche se sono io che ho dovuto sopportare i loro sfottò. Però sono il primo a riconoscere che forse qualche volo in più durante il corso mi avrebbe solo fatto bene. Soprattutto nella fase di atterraggio Eh! Eh!. (Anche questa frase l’avrebbe aggiunta Fabio).

Un saluto a tutti ed un arrivederci in quel di Bassano, o da qualche altra parte, per divertirci insieme.

.baldo.