A due anni di distanza rieccoci ancora il quel di Norma.

L’organizzazione è stata laboriosa e, tra le altre cose, abbiamo dovuto rinunciare al pullman perché eravamo troppo pochi per sfruttarlo però ne è valsa la pena.

Primo appuntamento a Padova, ore 7, e primi ritardi: Mariano, Aldo, Loris, Cristina e Sergio si sono presi un po’ in ritardo. Noi andiamo avanti fino al primo autogrill, dove abbiamo appuntamento con altri. Qui alla fine si raduna la combriccola. Il tempo di ridistribuire i passeggeri e si parte. Tra una pausa e una coda, arriviamo a Norma poco dopo le 14. Ci sono già vele in aria. Il tempo di scaricare i bagagli e dare le camere e si va in decollo. Il sentiero di accesso è cambiato causa lavori, abbiamo così la possibilità di apprezzare una delle risorse locali passando giusto nel mezzo di un ovile. Il posto sarebbe anche carino, una grotta nel tufo piuttosto ampia, ma la puzza ci sconsiglia una sosta prolungata. Una volta su i primi a partire sono Lorenzo, Stefano ed Enrico che non vedono l’ora di saggiare il posto. Do qualche indicazione di massima sul decollo che non è facile come sembra e poi, con calma, parto anch’io. Alcuni mi seguono subito mentre altri aspettano. Purtroppo una velatura del cielo spegne tutto verso le 16.30 e dopo si fanno solo planate. Il primo a “pagare pegno” è Giuliano che decolla, non trova niente e atterra nel fossato che corre ai piedi della rupe. Lo risento al telefono un’ora dopo: “Sono atterrato, è arrivato una della protezione civile, c’è un gruppo che fa un campo qui sotto, sono veneti (!). Sono andato lì, abbiamo mangiato, bevuto e mi hanno pure portato in albergo! gli ho dato 10 € e ora sono pure socio onorario!” e io che mi ero quasi preoccupato… Gli altri “bucano fiduciosi” perché gli ho detto che c’è la navetta, invece poi li dobbiamo andare a prendere. Pago pegno portando giù dal decollo anche la vela di Massimiliano oltre alla mia. Prima però faccio volare anche Marcello (dell’attuale corso), guidandolo da sopra. Ottimo l’atterraggio a otto. La sera si cena in albergo. Luigi, Franco e Vanni come al solito non si sono smentiti e si sono portati il vino da casa… Dopo cena, facciamo passeggiata in centro per ammirare le bellezze locali… e fermandoci dopo 50 metri alla prima gelateria che incontriamo!

La mattina dopo si dorme: colazione alle 9. Tanto prima del pomeriggio qua non si vola. Si gira un po’ per il paese in attesa che apra wing over per andare a fare un saluto a Fabio e vedere cos’ha di bello in negozio. Ci dice che le previsioni danno vento da sud ovest ma che nel pomeriggio la termica dovrebbe avere il sopravvento. Ci vorrà un po’ di pazienza ma si dovrebbe volare bene. Visto che abbiamo tempo i ragazzi si armano di panini e bibite per bivaccare in decollo. Io e Giuliano optiamo per un più sostanzioso pasto da “Polifemo”. Enrico, Lorenzo e Stefano decidono invece di andare al mare. Gli consiglio Sabaudia e il suo litorale. Mentre siamo a pranzo il cielo si chiude un po’. Quando arrivo in decollo ci sono due vele in volo che avanzano molto a fatica verso sud. Il decollo è in pieno sottovento e non è facile uscire. Verso le 15 ci provano Franco e Adriano. Dopo quattro “pappine” aggirano il dente sulla sinistra e iniziano a salire, un po’ piantati controvento ma si sale. Parto anch’io ma dopo neanche dieci minuti sono di ritorno. Non è divertente e anche il top non è semplice. Passo lentissimo sopra un gregge e ho il tempo di tranquillizzare il pastore che mi guarda perplesso. Più tardi arriva anche Adriano che spaventa qualche pecora. Si aspetta. Con Marcello facciamo pratica di gonfiaggi rovesci. Gli ho già detto che oggi per lui non c’è molto altro da fare. Si aggrega anche Cristina. Verso le 16.30 le cose migliorano nettamente. Parte Vanni e, anziché ballare, sale bello dritto e liscio davanti al decollo, anche il fumo in pianura ha girato da ovest: la termica sta prevalendo. In breve decollano quasi tutti e io stesso mi preparo per un altro volo. Massimiliano e Adriano sono vicini. Gonfia il primo si gira e in quello gonfia anche il secondo. Non c’è spazio per tutti e due e Max è costretto a fermarsi. Gli ci vorranno altri 10 minuti di tentativi per partire… Quando esco (dopo aver beccato un’asimmetrica in decollo per eccessiva confidenza) trovo Loris e Aldo che sorvolano il paese. Non faccio a tempo a stupirmi che li vedo puntare il decollo per fare il loro primo top, complimenti. Le condizioni sono davvero stupende. Ripasso sopra il decollo per “sollecitare” il decollo degli indecisi. Poi atterro, ma la vela è ancora sopra la testa… riparto. Anche gli ultimi finalmente hanno capito com’è e si preparano. Io invece, dopo pochi minuti torno giù per far partire anche Marcello che osserva con l’acquolina in bocca. Purtroppo per gli ultimi le condizioni cedono rapidamente a causa di nubi alte che coprono il sole. Giuliano riesce a galleggiare per un po’ davanti al paese ma gli mancano sempre quei 50 m per fare top. Mariano e Sergio invece non riescono proprio ad agganciare (Sergio per la verità ha agganciato una meravigliosa discendenza, credo l’unica della pianura pontina). Organizzo i recuperi incaricando Max di scendere con il fuoristrada che è grande. Invece scende Aldo (primo errore) con la Vectra (secondo errore) per recuperare 4 piloti + 1 locale aggregato (terzo errore) tenendosi per giunta in auto la sua vela (quarto e fatale errore).

Quando arrivo al parcheggio lo chiamo per radio e scopriamo che si è perso (ecco il perché del primo errore). Provo a guidarlo ma non è mica facile se non sa neppure lui dove si trova. “ho Norma a destra” – “Ho infa a sinistra” – “Sto facendo un pezzo di sterrato (!!!!!!!!!)”.

Disperato prendo la jeep e scendo anch’io… Quando sono quasi in atterraggio incrocio la macchina ma vedo distintamente solo Marcello che guida. La radio è misteriosamente muta così vado in atterraggio convinto di trovare quelli che non c’erano stati in auto. Incontro invece solo Pierpaolo che aveva avuto la mia stessa idea ed era lì con la sua macchina. Boh… Torno indietro ed eccoli, vicino al parcheggio di Ninfa. Erano riusciti a salire in SEI CON SEI VELE su una macchina che, per quanto sia una station wagon, è comunque un vero record!!!

Per cena in nove vanno da Polifemo perché il nostro racconto sull’abbacchio e lo spezzatino di bufala ha fatto colpo. Con gli altri ceniamo in hotel. Dopo cena Franco, Vanni, Lodigiana e Luigi vanno a prendere il gelato a Sermoneta, che hanno visitato la mattina. Con gli altri andiamo al ristorante perché Aldo e Loris devono offrire da bere. Sull’uscio attaccano bottone con alcuni avventori e scopriamo che uno di loro si chiama Bigolin ed è originario di Treviso. Ci offre una bottiglia di grappa e finché non le finiamo non c’è verso di andarcene. Conosciamo così anche il pastore che nel pomeriggio era in decollo e scopriamo che l’atterraggio di Adriano ha mescolato due greggi per un totale di “due volte cento pecore”. Arriviamo al punto che ci propongono una festa per il giorno appresso a base di carne di pecora ma noi dobbiamo tornare a casa.

Ancora due chiacchiere in albergo prima di andare a letto. Giuliano, dopo un ultimo giro in paese, torna con un mazzo di carte da briscola avuto in omaggio al bar “volevo vedere se erano davvero diverse dalle nostre e me le hanno regalate!” ma nessuno è in grado di sostenere una partita.

La mattina dopo è grigia e le previsioni sono pessime. Poco dopo le nove ci mettiamo in strada per Assisi ma appare subito evidente che non se ne farà nulla. Quando arriviamo a Perugia piove addirittura. Vanni & C sono avanti, andranno a pranzo a Bertinoro. Propongo lo stesso agli altri ma si opta per cercare qualcosa a Città di Castello. Purtroppo troviamo solo ristoranti cari, strapieni o chiusi. Dopo un’ora di vane ricerche, piuttosto depressi ci rimettiamo in strada. In pratica la gita comune finisce qui perché poi ognuno ha cercato di riguadagnare la via di casa evitando il più possibile le lunghissime code sulla A14. Noi alla fine siamo andati a Bertinoro e abbiamo pure mangiato bene all’Osteria della Serafina. Poi per andare a casa abbiamo fatto Faenza Ferrara e quindi autostrada. Un ultimo intoppo appena fuori Ferrara: se non mi sveglio Max ci avrebbe portato a Porto Garibaldi perché aveva sbagliato l’entrata nel raccordo…

Ad ogni modo ci siamo divertiti, anche se un giorno su tre è andato buco. Anzi penso che ci saremmo divertiti lo stesso anche senza volare…