Dal 2 al 5 giugno siamo andati a volare a Sarnano. Volare… Diciamo far festa ecco. Eravamo in dodici: Cristina, Daniele, Io, Giuliano, Italo, Lorenzo, Loris, Marisa, Nadia, Roberto, Viviana, Zuffo. Ci aveva preceduto in loco il nostro esploratore: Silvano che, dopo avere svolto egregiamente il proprio compito scovando il miglior ristorante di Sarnano, si è fatto un paio di voletti (i primi del 2005) e se ne è tornato a casa prima per lavorare. Dovevano venire anche altri piloti ma varie peripezie glielo hanno impedito. Jesus e Ale Cerantola erano ancora in ballo per il week end, ma…
Ma andiamo con ordine, che mi viene meglio. Partenza giovedì alle 7 da Cassola col Ducato. Piccola deviazione per quel di Torri di Quartesolo per raccogliere tre gitanti e un’ultima sosta a Padova per gli ultimi incontri. malgrado un po’ di traffico marinaro siamo arrivati a Sarnano in tempo per un voletto serale, non prima però di aver inziato una pesante opera di sbancamento della dispensa del covo dei Limani presso cui eravamo alloggiati. Tra Rosso Piceno, Bianco Piceno, Salame Piceno e Formaggio Piceno temevo che non ci saremmo più alzati, e nonn perché fuori fosse un po’ nuvoloso.
Dopo il “buffet” abbiamo preso possesso delle camere, pardon, dellA camerA. La struttura è infatti tipo rifugio alpino con un’unica camerata in mansarda. Roberto e Marisa dormivano presso un’agriturismo, Italo e Lorenzo nel loro furgone e così alla fine eravamo in otto in camera. Cristina si è costruita un bunker antiatomico con letti, coperte e paraventi mentre gli altri hanno combattuto i rumori molesti con la semplice adozione di un paio di tappi per le orecchie. Queste le coppie: Viviana sopra a Nadia, Loris su Giuliano (terrorizzato all’idea che il letto a castello crollasse sotto il peso del compagno), Daniele non l’ha voluto nessuno 😉 mentre io e Zuffo ci siamo presi due letti singoli.
Prima di cena (!!!) siamo anche (!!!!!!!!!!!!!) riusciti a fare una prima planata di assaggio per prendere confidenza col nuovo panorama e con lo sterminato atterraggio. Poi eravamo stanchi così non ci siamo più mossi dal covo ed è stata un’ottima scelta: strozzapreti alla norcina e spezzatino di cinghialetto con patate. Una goduria. Se poi aggiungete gli aneddoti sul luogo raccontati da Claudio, il capo Limano, e da Gianluca detto Bromuro…
La notte è trascorsa tranquilla (almeno io ho dormito come un sasso dopo aver eliminato il sacco al letto). La mattina dopo Loris si è alzato verso le 5 (!) ed è salito in decollo a piedi (il covo è a 800 m e il decollo a 1100). Forse perché aveva il sole che gli batteva giusto in fronte fin dall’alba o forse solo per curiosità. Gli altri si sono alzati con più calma ma prima delle 8 eravamo tutti in attesa che aprisse il bar per la colazione (malgrado le scorpacciate del giorno avanti la signora forse non aveva ancora ben capito come eravamo messi…).
Io sono poi salito con Silvano per fargli fare un secondo giro prima che tornasse a casa e ho quindi atteso gli altri, che non si sono poi fatti attendere troppo. I primi voli di assaggio propmettono bene. La giornata è splendida, con un bel sole caldo e qualche cumuletto in formazione intorno ai 2000 m. In quota abbiamo vento alle spalle (il decollo è verso est) ma è debole e non dà alcun problema. Il primo a partire è Giuliano, malgrado avesse giurato che avrebbe aspettato qualcuno. Fa top. Anche Cristina e Daniele escono e poi riatterrano. Do un’occhio a Nadia e Viviana poi volo anch’io con gli altri. Tira bene ma quando una buona metà è giù scendo anch’io e andiamo a pranzo, del resto è l’una, come si fa… Il covo è deserto, sono tutti a volare. Noi contiamo sul fatto che la giornata è troppo bella per cedere e che ci faremo un bel volo più tardi. Partono Giuliano e Italo. Il primo fa appena in tempo a ripassare sul decollo per dire “è bella” che lo vediamo bucare inesorabilmente col compagno… Attendiamo per non sprecare il sacrificio delle nostre due termocavie. Dopo una mezz’ora, saranno le quattro, non so, sembra migliorare. Partono e salgono, salgono bene. Aiuto le ragazze che escono e salgono, puntano l’atterraggio e salgono. Per la verità Nadia era un po’ scesa ma ha agganciato una bella termica ed è tornata sopra il decollo. Peccato che avesse problemi con la radio altrimenti avrebbe potuto anche provare a fare top. Daniele sorvola Sarnano e sale, Zuffo prova a scendere e sale. Roberto fa il primo top della sua vita, Loris di top ne fa addirittura due. Cristina è in orbita. Moreno decolla, ha problemi con il vox e fa top pure lui. Decollo io e 8 minuti dopo sono in atterraggio, incazz… nero!!! Giuliano è tornato su, decolla dopo di me, sembra bucare, mi consolo… Poi trova una termica con Zuffo, fanno 1400 e pure loro se ne vanno a vedere Sarnano dall’alto. Ma porc… Ok, un po’ di sfiga può capitare, ma almeno un bip, no? Ah già, si è pure scaricata la macchina fotografica.
Mi rifaccio a cena. Silvano ha trovato un ristorante ottimo in centro a Sarnano. Ha già contrattato sul prezzo raccomandandosi di non farci alzare con la fame e il proprietario ci è riuscito in pieno: 4-5 antipasti, 3-4 primi e 4-5 secondi con la crema catalana alla fine ci hanno stroncato tutti. Peccato solo che il nostro mentore fosse a quell’ora già a casa da un pezzo ma è stato degnamente sostituito da Moreno. Venuto a farsi un volo dalla vicina costa adriatica dove “vacanzava” e che a cena ha pure incontrato una veneziana come lui, a Sarnano per una fiera. Solita notte tranquilla (io ho appoggiato la testa e sono partito…)
La mattina dopo ho il dente avvelenato. Avviso tutti che oggi non contino su di me. Parto per il sud e torno quando torno. Consegno le chiavi del furgone. Arriviamo in decollo e… oggi non si vola!!! Il vento da dietro di ieri è aumentato. Poco dopo arrivano Claudio e gli altri e confermano le infauste previsioni. Mi pareva… Andiamo al decollo ovest ma il vento è fortissimo. Niente da fare. Ci organizziamo per andare al mare ma all’ultimo Giuliano rinuncia e io mi accodo. Andiamo a dormire un po’. Gli altri partono. Mi sveglio verso le 16, è presto e vado a passeggiare. Azzo che scalata…
La sera proviamo un ristorante diverso ma non è entusiasmante come i precedenti. Passeggiata per le magnifiche stradine di Sarnano con un ottimo gelato e poi a nanna. Raccomando a Daniele di lasciare le chavi del covo dove le ha trovate, che la sera prima abbiamo chiuso fuori i proprietari che sono dovuti entrare “per vie traverse”. Purtroppo non mi ascolta e verso le X? sentiamo qualche blando improperio provenire da sotto la nostra finestra, fortunatamente aperta. Giuliano si alza porconando e spedisce qualcuno ad aprire (non ero molto lucido…)
Durante la notte sentiamo soffiare un vento di bufera ma la mattina è calmo, anzi già dritto alle 8. Peccato che si stia coprendo velocemente. Facciamo le valigie, paghiamo il conto, salutiamo questi splendidi Limani e saliamo in decollo. Una volta su siamo molto incerti e stiamo lì un po’ a far niente. Lorenzo ha imparato a guidare il kite, Nadia si mette a far gonfiaggi. Claudio fa scuola. Gli altri per lo più guardano. Giuliano è determinato a non partire per primo e così ci tocca aspettare un paio di piloti di Roma che decollano, fanno quota, partono ma bucano a pochi chilometri. La copertura è sempre più estesa. Quando esce il sole si sale e anche bene, ma all’ombra è un disastro. Zuffo è l’unico a riuscire a fare top, gli altri scendono inesorabilmente. Cristina addirittura arriva fuori campo perché si è persa a cercar termiche e sotto c’è vento. Io faccio una mezz’ora ma sono contento: almeno stavolta ho girato tutto il girabile. Gli ultimi scendono addirittura in auto perché davanti, verso Sarnano paese, sta crescendo un maestoso congesto e non c’è tanto da fidarsi.
E’ l’una quando partiamo alla volta di casa, inconsapevoli di andare verso una sorta di “tempesta perfetta”: una colonna autostradale di 170 km! Da Pesaro comincia a profilarsi il dramma. Zuffo il navigatore riesce però a trasformare una potenziale tragedia nell’ennesimo trionfo che chiude degnamente la gita. Tira fuori il gps e tra tutti e due troviamo l’aleternativa. Fino a Forlì non c’è verso ma dopo… sosta obbligata in autogrill prima di uscire che le signore premono e poi via dall’autostrada. Abbiamo impostato “tragitto più breve”. Quasi subito la vocina elettronica si trova in disaccordo con i due cartografi tradizionali alle mie spalle: Giuliano e Loris si sono impossessati delle carta stradale per verificare che non ci perdiamo “con quel coso”. Io seguo il gps perché Zuffo sembra sicuro del fatto suo. a un certo punto la strada si restringe un po’, siamo appena fuori da una zona industriale, scompaiono le righe sull’asfalto e dopo poco scompare pure l’asfalto… la strada è quella giusta, ma siamo su uno sterrato… Quando compare anche la classica gobba verde a centro strada mi chiedo se non stiamo entrando nel podere di qualcuno, invece tra buche, pozzanghere e scrosci di acqua e grandine la strada prosegue e così pure il nostro Camel Trophy. Torna l’asfalto e in breve torniamo sulla statale, giusta anche per i due dietro che a un certo punto credo volessero proseguire a piedi. A un certo punto incontriamo ancora colonna e così cambiamo nuovamente desitnazione. Abbandoniamo l’idea di cenare a Occhiobello e deviamo su Copparo, dopo aver avvisato Marco di prenotarci il ristorante. Ad Alfonsine ci fermiamo perché Italo deve rifornire. Noi intanto riforniamo Daniele di acqua con una dose massiccia di gavettoni, per ricambiarlo di quelli che lui ci aveva gentilmente fornito in autostrada. Siamo sul lato della strada, con Daniele che gira intorno al furgone cercando un varco nei finestrini e trovando regolarmente docce fredde. Italo è sull’altro lato, al distributore. Sto osservando nello specchietto i movimenti della nostra vittima quando noto un furgone con un delta che sta per passarci a lato. Neanche il tempo di pensare “che strano beccare un deltaplanista in queste lande piatte” che, passato il furgone, lo riconosco come quello di Jesus, che torna da Roma senza essere riuscito a venire a Sarnano per via del lavoro. Eccitato dico agli altri di telefonare per fermarlo poi apro il finestrino e attiro l’attenzione di Italo, in coda dietro un vecchietto per l’automatico. Gli urlo a pieni polmoni “E’ passato Gesù, fagli un colpo di telefono, fermalo!!!”. Lo ripeto più volte finché vedo che Daniele ha capito. Solo dopo mi accorgo della faccia del vecchietto: deve avermi preso per uno da ricovero alla neuro…
Ad ogni buon conto riusciamo ad avvisarlo e ci attende un chilometro più avanti, a un altro distributore. Mentre con un uno due micidiale io e Zuffo finiamo il lavoro su Daniele, costringendolo alla resa e al cambio dei vestiti, gli altri salutano l’inatteso nuovo compagno.
Andiamo tutti assieme a Copparo dove ceniamo con Marco e Daniela. Dopo, fuori dal ristorante gli ultimi saluti. Passo le chiavi a Zuffo e mi accoccolo dietro a dormire. A un certo punto sento discutere animatamente di uomini e donne ma sono troppo stufo. Lasciati gli ultimi a Vicenza arriviamo a Cassola verso mezzanotte e mezza. Qui Viviana scopre di aver lascaito accesi i fari dell’auto e così Nadia l’accompagna a casa.
Buona notte e alla prossima!!!!