Eccoci di nuovo qui, con l’arduo compito di scrivere del nostro ultimo viaggio di volo senza risultare (troppo) noiosi. Tante immagini negli occhi, tanti profumi nel naso e tanta gioia nel cuore, ma da dove comincio? Dal principio dovrebbe venire bene, come tutti i racconti…
Anzi, partiamo dal titolo, che non è proprio preciso… più che la paella ed essere galeotta fu infatti probabilmente la sangria! Dovete sapere che l’estate scorsa è capitato che un trio di piloti spagnoli in visita ha Borso, abbiano reso memorabili un paio di calde serata agostane. Quando sono partiti per tornare a casa ci siamo scambiati gli indirizzi con la ovvia promessa “Verremo a trovarvi a Granada”. Sulle prime nessuno ci credeva ma quando è arrivato l’autunno qualcuno ha pensato bene di vedere se era possibile andare al caldo.
Da cosa nasce cosa: una mail di saluto, qualche suggerimento, la ricerca dei voli, trova le auto, contatta gli hotel… è finita che il 23 di aprile 13 di noi sono sbarcati a Malaga e hanno cominciato a scorrazzare per l’Andalusia. Il giro era orientato al volo ma non solo, quindi avevamo con noi anche dei “terrestri”. Abbiamo cominciato subito con quello che avevamo sotto mano: Malaga. Bellissima con le rovine del tempio romano, le viuzze strette (caratteristica che poi abbiamo scoperto essere piuttosto diffusa), il castello imponente affacciato sul porto e una montagna di ristoranti e bar con decine di “jamon” appesi (anche questi a quanto pare piuttosto comuni in Spagna…).
Dedichiamo quindi pomeriggio e sera ad una visita veloce e il giorno dopo prendiamo la strada per Algodonales, primo sito di volo sulla nostra agenda. Il vento però è forte e così lungo la via ci fermiamo a Ronda per una passeggiata. La caratteristica di questa città è di essere letteralmente spaccata in due da una profonda gola attraversata da tre ponti (il primo dei quali mi pare fosse di epoca romana). Dovevamo fermarci solo un’oretta per quattro foto invece ci siamo rimasti fino a sera, e le foto sono diventate molte di più… Stupenda l’arena, anche se a pensare cosa ci fanno dentro mi si stringe il cuore. Mentre siamo in visita qualcuno di noi è sempre (a turno) con un occhio al cielo per vedere se è buona, così non c’è da stupirsi se abbiamo potuto anche ammirare un paio di grifoni termicare proprio davanti alla città. Risolviamo un problema di una gomma a terra parlando un improbabile italo/anglo/spagnolo con un gommista locale e nel tardo pomeriggio siamo finalmente accolti da Gore (alias Margherita) del Centro Integrato di Volo di Algodonales. Ci mostra subito le camere (in pratica gli abbiamo occupato tutta casa e la dependance) ma per il momento noi siamo più interessati al barbecue e alla spina della birra in giardino. Per il barbecue c’è troppo vento (e poi i nostri esploratori non trovano in tempo il supermercato per la carbonella) però per la birra la velocità all’aria non è rilevante e ci diamo dentro… Segue cenetta nella piazza del paese a pochi chilometri in un bar frequentatissimo da piloti, pareva di stare al Garden se non era per il menu sulla lavagna.
Il giorno dopo andiamo a fare colazione in un bar dei dintorni, con molta calma perchè il vento calerà nel pomeriggio. Andiamo anche a fare i turisti e visitiamo un’altra piccola cittadina dotata di chiesa e castello. Il sole spacca e l’aria è cristallina. Panorami fantastici e ancora qualche grifone a farci invidia. Verso le 12 si parte per il decollo ovest. Un volta su… il vento è forte da nord. Con la nostra testa da bassanesi sappiamo che ci possono essere delle alternative ma di certo non ci aspettiamo un decollo rivolto proprio a nord, invece in Spagna ne troveremo parecchi. Anche qui però la situazione è piuttosto fortina. Ci sono gruppi di tedeschi in gita (pure qua!!!) che fanno cose turche per partire (pure qua!!!). Solo i grifoni paiono divertirsi (o forse hanno adocchiato una preda facile in quel pilota cicciotto che ha appena sfiorato tre o quattro alberi…). Così optiamo per un pranzo e una pausa di riflessione. La pausa si rivelerà quasi inutile (solo io riesco a farmi un’oretta di dinamica, gli altri preferiscono attendere tempi migliori). Quando torniamo al campo ritroviamo anche il gruppo n.2, composto dai “pedoni”, che hanno passato una bella giornata a Cadice, in riva all’Atlantico.
La mattina dopo, di buon’ora (vale a dire verso le 10.30) ci avviamo verso la nostra terza destinazione: Siviglia. Lungo la strada altro imprevisto: Massimo si è scordato una cosa in camera e il furgone deve tornare indietro. In qualche modo comunque raggiungiamo l’hotel e scopriamo che il loro garage è troppo piccolo (anche questa sarà poi una costante del viaggio…). Mollate le auto dopo non pochi problemi iniziamo finalmente la visita alla capitale dell’Andalusia e ai suoi tesori: la Cattedrale, la Giralda e l’Alcazar. Pranziamo in un locale carino in centro e poi… “andiamo in hotel?” propone qualcuno. Ma come? sono sì e no le 5 di pomeriggio e siamo in una città bellissima. Alla fine i più sonnolenti capitolano e continuiamo la nostra passeggiata. In un vicolo ci imbattiamo in almeno 20 ballerine di flamenco e Stefano non si fa pregare per farsi immortalare nel gruppo. Le foto purtroppo sono state poi censurate dall’ufficio buon costume. Poco più avanti una sorpresa (per chi non aveva letto la guida, cioè quasi tutti…): in una grande piazza c’è un’enorme struttura di legno su cui si sale in ascensore per ammirare la città. Noi, che stavamo giusto cercando un posto per l’aperitivo, approfittiamo subito del biglietto di 2 euro “salita con bibita inclusa”. La passeggiata serale ci conduce poi, casualmente (?), nello stesso ristorante del poemeriggio, così posso provare un paio di piatti differenti.
La mattina dopo, sempre non prima delle 10.30, siamo di nuovo in auto, direzione Cordoba. Lungo la via cerchiamo un sito di volo indicato da paragliding earth ma quando arriviamo scopriamo che è un campo piatto usato dai paramotori. Riprendiamo la strada e a pochi chilometri dalla destinazione avvistiamo da lontano un castello imponente che pare quello di Gardaland, solo che questo è vero. Ci fermiamo a visitarlo, curiosi, e scopriamo che proprio lì sotto c’è un ristorante con delle acciughe strepitose. Visto che anche oggi non si vola facciamo onore alla tavola, sennò che gita è? Anche l’hotel di Cordoba, in pieno centro a 50 m dalla Mezquita, non ha parcheggio ma oltre a questo la strada per arrivarci è interrotta e ci sono un sacco di sensi unici. Tutti i giri a vuoto e il tempo perso non contribuiscono al mio buon umore ma in qualche modo la sfanghiamo. Dopo un’ora e mezza di giri siamo tutti acquartierati attorno a un incantevole patio cordobese. Qui ci raggiunge anche Andrea, atterrato a Malaga nel pomeriggio. Passeggiata e cena nei vicoli della Juderia. La mattina dopo visita alla Mezquita e alla sua foresta di colonne. Affascinante. Ci sarebbe da perdersi e invece finiamo presto perchè oggi pare finalmente buona per volare. Un gruppo decide di restare a Cordova e gustarsi il lungo fiume e altre bellezze locali. Con gli altri prendiamo il furgone, direzione sud, verso i monti! Il primo sito di volo che visitiamo, Lucena, ha un bellissimo atterraggio e un decollo passabile ma, ancora una volta, il vento è storto. A qualche chilometro sul costone opposto proprio di fronte dovrebbe esserci il decollo che fa per noi, ma visto che sono le due una tappa-ristoro è d’obbligo. Quando arriviamo al secondo sito scopriamo che per salire ci vuole un’oretta buona a piedi sotto il sole, a essere ottimisti… Non occorre nemmeno che chieda… ci dirigiamo verso l’ultima chance di giornata: Loja. Arrivando capisco che finalmente ci siamo: la montagna è totalmente priva di vegetazione e sulla sommità girano una trentina di pale eoliche orientate perfette con il decollo. Basta solo trovare la strada giusta per salire in decollo… Per fortuna in atterraggio troviamo un geometra impegnato con alcuni rilievi e così è facile arrivare su, confortati anche dalla vista di due vele decollate proprio mentre chiacchieravamo con lui.
Dicevamo delle pale eoliche… quindi è normale che in decollo ci sia un poco di vento. Purtroppo noi siamo poco abituati a queste condizioni e Fabio, che ha un conto aperto col vento forte, opta per recuperare il furgone. Prima di decollare anche io do una mano agli altri. Marco e Stefano escono per primi e galleggiano felici fino a 2/300 metri sopra la cresta. Seguono gli altri e io decollo quando mi pare che i più “bisognosi” siano tutti fuori. Purtroppo Fabrizio e Massimo, i due rimasti, devono affrontare una leggera ma fetentissima rotazione del vento verso destra e hanno il loro bel da fare a partire. Alla fine, verso le 19, siamo tutti in volo. Ho dato come tempo limite le 20 per tornare a Cordoba a un’ora decente ma si poteva stare su fino a notte. E lo avremmo pure fatto se avessimo saputo che il nostro autista si sarebbe perso lungo la discesa e che c’era tempo 🙂
Torniamo in città tardi e ci infiliamo in un posto non lontano dall’hotel dove ci raggiunge l’altra parte del gruppo per festeggiare degnamente la giornata (e i quasi 300 km di strada).
La mattina dopo ci lasciamo anche Cordoba alle spalle e puntiamo su Jaen. Attraversiamo chilometri e chilometri di uliveti con le piante allineate in lunghe file su e giù per le colline fino all’orizzonte. Incredibile. Visto che è di strada, passiamo per quello che dovrebbe essere l’atterraggio di giornata prima di andare in hotel. Torniamo su appena dopo pranzo (Cerveceria La Bascula, imperdibile). Quando arriviamo, dopo una buona mezz’ora di sterrato, le condizioni si presentano piuttostto ventose. In pianura c’è un grosso falò il cui fumo, spianato dal vento non promette molto bene. Così Angela accetta l’invito di Denis e fa un tandem con lui anzichè volare da sola. Decollano per primi ma, malgrado il vento, pare che non ci sia nemmeno un poca di dinamica per stare su e in quindici minuti scarsi sono già in atterraggio. Un po’ demoralizzati discutiamo se valga la pena fare un volo, un ciclista di passaggio non ci incoraggia “Mai visto parapendio volare da qui!”. Alla prospettiva di rifare la strada in discesa col furgone Marco, Andrea e Massimo iniziano comunque a prepararsi. Il primo fa fatica e finisce addirittura per arrivare corto in atterraggio, atterrando (senza danni) tra gli ulivi. Andrea e Massimo invece partono con quello che sembra un ciclo migliore e iniziano a salire piuttosto bene. Il ciclo si prolunga e si sente che l’aria è cambiata. Perciò anche io e Barbara decidiamo di seguirli. Nel frattempo il ciclista se n’è andato ed è arrivano un podista che abita in paese e vola: “Oggi è la giornata ideale per volare qui, gli amici mi stanno portando su la vela!”. Rinfrancati partiamo e ci godiamo un lunghissimo volo in termodinamica liscia come l’olio. Faccio anche top per propormi come autista a Fabrizio e Fabio ma preferiscono passare, così riparto ben contento. Poco dopo il mio secondo decollo arriva su un nutrito gruppo di altri piloti e alla fine conto circa 20 vele in aria. Si riesce a salire ovunque senza sforzo, l’unica insidia e schivare qualche pilota distratto. A tratti, verso sud, si vedono i bianchi pendii della Sierra Nevada. Atterriamo che sono quasi le 21.30. Scesi solo perchè si stava facendo buio. Hotel e cena in città mentre Andrea corre fino a Malaga a prendere Silvia e Asia, ultime componenti ad aggiungersi al gruppo. Arrivano in hotel alle 3.30 del mattino, non trovano la camera riservata e se ne fanno dare una nuova, ma questa è un’altra storia…
La mattina successiva si parte finalmente con destinazione Granada, meta ultima del nostro viaggio. Arriviamo presto in hotel e ci dirigiamo subito all’Alhambra con l’idea di visitare nel pomeriggio questo fantastico sito patrimonio UNESCO. Purtroppo qui i miei informatori hanno toppato, non avvisandomi delle restrizioni per le visite: solo 1000 biglietti al giorno. Avremmo avuto tutto il tempo di prenotare con mesi di anticipo e invece… Solo Massimo, primo della fila, riesce a fare il biglietto, l’ultimo rimasto. Per gli altri nisba. Dopo un rapidissimo consulto decidiamo di lasciarlo dentro e noi andiamo a volare a Cenes de la Vega. Arriviamo che ci sono già alcune vele in volo. Il tempo di parcheggiare l’auto per il recupero (non ce ne sarà bisogno perchè ancora una volta troviamo un volontario che si sciroppa la discesa) e corriamo su. Quando decolliamo sono quasi le 19 ma ormai sappiamo come funziona da queste parti e Barbara, prima a partire e ultima ad atterrare, arriva giù che sono passate le 21. Hotel, doccia e serata molto piacevole in una città affollata, bella e pulita come uno specchio.
La mattina dopo Angela e Massimo si offrono volontari per andare alle 7 del mattino a fare la fila per i biglietti. Riescono miracolosamente a comprare 15 tagliandi per la visita pomeridiana. Li ringrazieremo compiutamente la sera ma nel frattempo, visto che abbiamo la mattina libera, vado a farmi un giro nella SPA dell’hotel. Verso mezzogiorno mi chiama Javier, uno dei nostri tre amici del posto e mi dice che possiamo entrare anche prima delle 14, così magari riusciamo pure a volare che oggi è una bomba. Un rapido giro di avvisi per radunare tutti (tranne Massimo che giustamente va a volare) e alle 13 siamo fuori dai cancelli… e ci restiamo perchè prima delle due non si entra… Un gelato nell’attesa mentre sopra di noi passano un paio di vele altissime… Finalmente alle 14 eccoci varcare i cancelli della celeberrima Alhambra. Fantastica. I giardini e i palazzi, malgrado la folla che li frequenta, riescono comunque a dare una grande sensazione di armonia. Assolutamente da vedere. Solo, se potete, evitate di farlo nel giorno in cui a 10 km da lì ci sono piloti che fanno i 3500…
Finiamo la visita verso le 18, troppo tardi per prendere le vele e salire. Non ci resta che andare a fare quattro passi in città prima di cena. A cena tutti appesi alle labbra di Massimo e Javier per sentire dei voli fatti, così il giorno dopo parte pieno di grandi speranze. E’ l’ultimo a Granada e lo dedichiamo interamente alla nostra passione: il volo noi, lo shopping le ragazze… Già di prima mattina porto a volare Marco, Massimo e Angela. Mentre salgono con la navetta io vado a prendere gli altri in centro e ci ritroviamo tutti alla sede della scuola verso le 13. Andrea scalpita, vuole fare un bel cross oggi. Però commette l’imprudenza di entrare al bar Fali, vicino alla scuola, per chiedere dei cioccolatini. Gli altri, vedendolo entrare e non uscire (forse per problemi di traduzione della parola “cioccolatini”), si accomodano e ordinano da bere. Ogni birra però da queste parti esce accompagnata da una bella porzione di “cicchetti”: gamberetti, spiedini, panini… Poi Javier insiste che il pescado frito è fantastico. Se aggiungete che quelli in volo stentano capite bene perchè ci siamo alzati solo alle tre e mezza passate…
Arriviamo in decollo e lo troviamo affollato. Ci sono però solo due vele in volo, stampate controvento. Non rimane che mettersi comodi e aspettare. Ad aiutarci nell’attesa ci sono Richard Gallon e Raoul Rodriguez che ci deliziano con touch&go, volo rovescio e altri trick da ground handling. Malgrado l’attesa e le dita incrociate purtroppo la situazione non migliora e verso le sei rinunciamo. Per annegare il dispiacere una volta in hotel mi fiondo in piscina con gli altri. Ormai è andata così, toccherà tornare!!
Anche perchè le vacanze sono agli sgoccioli. La sera Javier, in veste di cicerone locale, ci porta a cena in un bellissimo ristorante panoramico che affaccia sulla conca di Granada. C’è un venticello fresco che ci fa apprezzare i piumini ma l’atmosfera è caliente, ancorchè un poco triste per la fine del viaggio.
La mattina dopo prendiamo la via di Malaga, dove ci attende l’aereo per casa. Facciamo la strada che dà sul mare e ci fermiamo a La Herradura per dare uno sguardo al decollo. Di volare non se ne parla perchè il tempo è poco e se qualcuno si infrascasse toccherebbe lasciarlo lì. Però la spiaggia è bellissima, il sole caldo, il mare azzurro… Non possiamo non fermarci a gustare un bel piatto di pescado fresco e un gelatino. Segue pennichella e, per me e Marco, pure un bagnetto a mare. L’acqua è freddina ma dicono che faccia bene alla circolazione.
Riprendiamo la via e il resto è routine: riconsegna delle auto, check in, arrivo a casa alle 3 di notte (un grazie immenso a Bruno e Vincenzo che sono venuti a prenderci).
Un altro bellissimo viaggio concluso felicemente. Un grazie di cuore a tutti i partecipanti, nella speranza che si siano divertiti anche più di me e un arrivederci alla prossima volta, forse torniamo un Giordania… chissà
Intanto gustatevi un poche di foto 🙂